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Gasometri, capitalismo, Warhol e gallerie: Bologna al cuore dell’arte

Cosa c'è in città in occasione di Arte Fiera e nei prossimi mesi. Comprese le Sturmtruppen, le foto di Lee Miller e il memoriale di Ustica

Gasometri, capitalismo, Warhol e gallerie: Bologna al cuore dell’arte
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2 Febbraio 2019 - 19.54


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Nella prima domenica di febbraio la capitale dell’arte contemporanea è Bologna perché Bologna Arte Fiera catalizza mostre, appuntamenti, incontri. Vi diamo qualche spunto che vale per tutto il mese e oltre di luoghi pubblici. Le gallerie private hanno tutte o quasi appuntamenti o esposizioni di artisti spesso giovani e degni d’attenzione.

Arte Fiera è alla43esima edizione, la dirige quest’anno Simone Menegoi, richiama nei padiglioni fieristici fino a lunedì 4 febbraio 141 gallerie: la sezione principale raccoglie gallerie d’arte moderna (quindi anche il ‘900 storico) contemporanea e spazi di ricerca: la seconda si focalizza su fotografia e video.

SetUp Contemporary Art Fair è la rassegna parallela arrivata alla settima edizione. Fino a domenica 3, dall’anno scorso non è più negli insoliti spazi dell’Autostazione ma a Palazzo Pallavicini e propone gallerie emergenti, c’è sempre qualche autore che sorprende e non è noto. La organizza Simona Gavioli. Ogni espositore, 25 le gallerie di cui tre straniere, propone al massimo tre artisti under 35. Il tema indicato è Itaca, l’isola di Ulisse. Ha vinto il Premio SetUp 2019 come miglior artista under 35 Thomas Scalco presentato dalla galleria Villa Contemporanea di Monza.

La Pinacoteca Nazionale nella Sala degli Incamminati fino al 31 marzo 2019 ha foto, rielaborazioni e un progetto espositivo accompagnato da un volume di Carlo Valsecchi su Gasometro M.A.N. n.3. A cura di Luca Massimo Barbero edito da Silvana Editoriale, è promosso dal Gruppo Hera.

Il Mambo – Museo d’arte moderna contemporanea ha fino al 19 maggio una personale curata da Lorenzo Balbi di Mika Rottenberg, argentina cresciuta in Israele e oggi di stanza a New York: sculture e installazioni video che puntano su un registro sarcastico, “complesse allegorie sul sistema capitalistico” recita una scheda.

Il Salone Banca di Bologna a Palazzo De’ Toschi ha fino al 24 febbraio “Terraforming Fantasies” di Geert Goiris: “Il Salone è occupato da moduli espositivi esagonali, alcuni chiusi, altri aperti e accessibili, ognuno dei quali ospiterà sulle proprie pareti fotografie o immagini in movimento. I moduli, distribuiti in maniera irregolare, offrono allo spettatore un’esperienza immersiva, lasciandogli al tempo stesso la libertà di scegliere il proprio percorso”. A cura di Simone Menegoi e Barbara Meneghel.

La Fondazione Mast propone fino al 22 aprile “Nature & Politics”, del fotografo tedesco Thomas Struth, uno dei nomi principali della fotografia contemporanea: 25 scatti di grande formato nei siti industriali e di ricerca scientifica “per rappresentare l’avanguardia, la sperimentazione e l’innovazione nelle attività umane”. Da luoghi apparentemente freddi Struth sa ricavare uno sguardo che è geometrico, preciso, razionale e ha un che di visionario allo stesso tempo. A cura di Urs Stahel.

Altre mostre sono a carattere storico. Palazzo Albergati ha fino al 24 febbraio “Warhol & Friends. New York negli anni ‘80”, 150 opere compresi Basquiat, Kethi Haring, Francesco Clemente, Julian Schnabel, Jeff Koons e rimandi alla moda e al glamour.

Palazzo Pallavicini ha una retrospettiva su Lee Miller. Fu dapprima modella e poi grande fotografa, che ha militato nel movimento surrealista; fotografata da Man Ray fu fotoreporter audace di guerra che documentò per prima i lager di Dachau e Buchenwald e il loro orrore. Fino al 6 giugno: 101 immagini.

Palazzo Fava rende omaggio ai fumetti, ovvero alle irresistibili e dissacranti e antimilitariste Sturmtruppen di Bonvi (Franco Bonvicini), che fu amico tra gli altri di Guccini e morì troppo presto. 250 opere originali messe a disposizione dall’Archivio Bonvicini. Fino al 7 aprile.

Hokusai (1760-1849) e Hiroshige (1797-1858). Oltre l’onda: fa tappa al Museo Civico Archeologico la rassegna 250 opere dal Museum of Fine Arts di Boston di due principali maestri del “mondo fluttuante”, dal Giappone.

Infine richiamiamo un intervento permanente che è più di un’installazione: al Museo per la memoria di Ustica, nel grande hangar c’è il relitto dell’aereo Itavia abbattuto sui cieli di Ustica dopo che il 27 giugno 1980 era decollato da Bologna. Luci e voci con le parole delle 81 persone uccise a firma di Christian Boltanski, è un memoriale dove accostarsi con silenzio su un mistero tuttora senza una risposta ufficiale su chi provocò la strage. Depistaggi, occultamenti, di vertici militari, morti misteriose di possibili testimoni hanno finora nascosti la verità.

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