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Direttori a Caserta, Pompei e Venezia: varranno logiche di partito com'è successo all'Asi?

Il ministero dei beni culturali pubblica i bandi per i responsabili di Reggia, Accademia veneziana e sito pompeiano

Direttori a Caserta, Pompei e Venezia: varranno logiche di partito com'è successo all'Asi?
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23 Novembre 2018 - 16.40


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L’annuncio del Ministero dei Beni e Attività Culturali arriva con un linguaggio formale ineccepibile, quasi in sordina, e invece sul tavolo mette in gioco molto: sono “online i bandi per la nomina dei direttori dei seguenti musei: Galleria dell’Accademia di Venezia, Reggia di Caserta, Parco archeologico di Pompei” e, per un “livello dirigenziale non generale, Parco archeologico dell’Appia antica, Parco archeologico dei Campi Flegrei e Palazzo Reale di Genova”.

Il bando
Cos’hanno di particolare, queste nomine? Che i direttori dell’Accademia di Venezia, Paola Marini e della Reggia casertana Mauro Felicori andati in pensione per limiti di età (il manager aveva chiesto invano una proroga per il palazzo e il parco borbonico) erano stati nominati dall’ex ministro Dario Franceschini nella sua riforma che assegnava autonomia a venti musei e siti archeologici dello Stato e che ha rappresentato il pilastro del suo mandato. A Pompei è in carica Massimo Osanna, da anni, e lo aveva confermato il centrosinistra l’ultimo governo. Anche Appia antica, Campi Flegrei e Palazzo Reale a Genova sono da iscrivere nella riforma generale dei musei. Cosa accadrà?
Per farla breve: dalla qualità delle persone che l’attuale ministro Alberto Bonisoli sceglierà si vedrà di che pasta è fatto. Ovvero se avrà autonomia di giudizio oppure dovrà sottostare a voleri del suo partito (i 5 Stelle hanno un capo politico e, per quanto eterodosso, sono un partito nonostante si ritengano cosa diversa) o della Lega. Nella nomina del curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2019 Milovan Farronato a giugno ha dimostrato di andare per una sua strada e di non curarsi di eventuali rimostranze bigotte e patetiche. Ma ora non è più giugno, quando le maglie erano ancora relativamente larghe e l’esecutivo penta-leghista non aveva ancora fatto mosse sul sistema culturale, come invece ha fatto con le nomine dei vertici Rai. Come ha messo in atto rimuovendo l’eccellente Roberto Battiston dalla presidenza dell’Agenzia Spaziale Italiana – Asi con un chiarissimo atto di spoil-system, perché non era figura scelta da questo governo. Anche con i direttori dei musei prevarranno gli interessi dei due, o di uno dei due partiti di governo?

 

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