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Dina Goldstein e Willy Ronis, l’assurdo e la vita quotidana in laguna

A Venezia l’autrice canadese espone le sue scene surreali al Museo Ebraico mentre la Casa dei Tre Oci propone scatti anche inediti dello storico autore francese

Dina Goldstein e Willy Ronis, l’assurdo e la vita quotidana in laguna
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3 Settembre 2018 - 15.22


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Venezia ospita due mostre di fotografia dai registri diversi. Il Museo Ebraico espone fino al 4 novembre “Snapshots from the Garden of Eden”, della fotografa Dina Goldstein, progetto che esordisce in Europa della fotografa canadese che crea tableaux vivants su donne e uomini in mondi stile Barbie, platinati, smaccatamente finti e smaccatamente surreali, assurdi, dai colori sgargianti. Stavolta adotta il bianco e nero.
La canadese Dina Goldstein appartiene a quel tipo di fotografi che costruiscono mondi tra il fantastico e il reale, con una venatura tra il fiabesco, l’erotico e l’assurdo e sotto sotto screditano l’immaginario da rotocalco o i cliché sul maschile come macho. Valgano i cicli “The Fallen Princesses” e “In the Dollhouse”. La serie qui esposta le è stata commissionata dal Museo Ebraico di San Francisco

Willy Ronis, la vita quotidiana e Venezia inedita
La Casa dei Tre Oci invece propone fino al 6 gennaio una retrospettiva su un autore storico: Willy Ronis (1910-2009). Con 120 scatti dal 1934 al 1998 con una decina di immagini su Venezia inedite, libri, e lettere, dell’autore francese che ha inquadrato nel suo obiettivo la vita quotidiana, la vita nelle strade urbane, le vacanze e i momenti di svago come la vita di chi si barcamena ogni giorno per cavarsela, per non tacere dei nudi sensuali e delicati. Fotografo in bianco e nero, viene avvicinato alla scuola dei vari Brassaï, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Raymond Depardon,.

Il Museo Ebraico di Venezia

La Casa dei Tre Oci

 

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