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Anche nell’arte il populismo ha la meglio

Il Giornale dell’Arte pubblica le annali graduatorie dei visitatori di mostre e musei. In Italia Uffizi salgono ancora. Londra cala “per l’effetto Brexit”

Anche nell’arte il populismo ha la meglio
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28 Marzo 2018 - 17.22


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La Biennale di Venezia è stata la mostra più vista in Italia nel 2017 con 615mila visitatori seguita, sempre nella città della Serenissima, dal mega-show del britannico Damien Hirst a Palazzo Grassi e Palazzo della Dogana (360mila ingressi): è il dato forse più sorprendente. “Monografica, diabolicamente ben congegnata, con una formula capace di attrarre pubblico di tutti i tipi e di tutti i gusti” scrive il Giornale dell’arte  nel numero di aprile in arrivo nelle edicole in un servizio dove, nel titolo, registra che “sale l’expo-populismo”. Con un voluto parallelismo con la scena politica italiana ed europea. Terzo il disegnatore Escher a Palazzo Reale a Milano con 300mila persone. Sono alcuni dei dati più eclatanti nelle classifiche dei visitatori di mostre e musei di tutto il mondo che come ogni primavera pubblica il mensile con base a Torino.

Il podio dei musei italiani: Uffizi, il David e Sant’Angelo

Tra i musei statali italiani al primo posto si collocano gli Uffizi con 2.235.355 ingressi (+ 11,2% rispetto al 2017), al secondo l’Accademia sempre di Firenze (quella del David, con 1.623.677, + 11,1%), terzo Castel Sant’Angelo a Roma con 1.155.244 (- 13,4%). Da segnalare una graduatoria apposita per i 32 musei e siti archeologici dotati di autonomia e super direttori dal ministro dei beni culturali uscente Dario Franceschini. I numeri che aveva fornito il ministero hanno sollevato dure polemiche e definiti “gonfiati” da alcuni critici, anche autorevoli, anche per l’inserimento di monumenti come il Pantheon dove finora l’ingresso è gratuito. Qui il Pantheon non è incluso.

Il Louvre risale sopra 8 milioni
Nella classifica mondiale resta primo il Louvre che risale sopra gli 8 milioni dopo il calo del 2016 e inizio 2017 causa la paura del terrorismo: 8,100mila (+ 9,5% rispetto ai 7.400mila). Secondo è il National Museum della Cina, a Pechino, con 8.062.625 persone (+ 15,1%), terzo il Metropolitan di New York co 6.692.909 (+ 4,2%). Da chiarire e ripetere: il primo museo italiano sono gli Uffizi al 26esimo posto ma il rapporto va fatto anche con l’estensione degli edifici. Louvre e Metropolitan hanno misure molto superiori mentre il museo fiorentino è di norma alla sua capacità massima per rispettare le norme di sicurezza e l’agio delle persone. “Nel 2017 a soffrire è soprattutto Londra” e per “effetto Brexit” titola il mensile edito da Allemandi. Il British Museum scende dal terzo al quinto posto, la National Gallery dal quarto all’ottavo, la Tate Modern mantiene il sesto. Anche nell’economia dell’arte quindi il referendum ha avuto conseguenze poco felici. I Vaticani, con 6.427mila ingressi, salgono dal quinto al quarto.

Potrà sorprendere di più la graduatoria delle mostre: prima è la manifestazione quinquennale “Documenta” in più sedi a Kassel, in Germania (con appendice ad Atene contestatissima anche da molti greci), con oltre 891mila visitatori; seconda si piazza l’Aros Triennale ad Aarhus in Danimarca (863mila), terza la mostra su Alphonse Mucha al National Art Center di Tokyo con 657mila. L’Oriente da anni scala queste classifiche (suddivise in più categorie, dalla fotografia all’archeologia ai primi 100 musei italiani e altro) e il 2017 lo ribadisce.

 

 

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