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Le Futuriste, il coraggio delle artiste in un movimento misogino

Nuoro espone le opere di pittrici, fotografe, scenografe e cineaste parte di un movimento che disprezzava le donne

Le Futuriste, il coraggio delle artiste in un movimento misogino
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5 Marzo 2018 - 15.08


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Le artiste nell’arte del ‘900 hanno creato opere importanti, eppure di norma vengono relegate in secondo piano, spesso perché donne, non per altre ragioni. E uno dei movimenti più rilevanti del primo XX secolo, il Futurismo, ha avuto le sue esponenti. Le racconta il Museo Man di Nuoro con la mostra presentare “L’elica e la luce. Le futuriste. 1912-1944” in calendario dal 9 marzo al 10 giugno 2018 curata da Chiara Gatti e Raffaella Resch e che chiude una trilogia sulle avanguardie storiche ideata per il museo sardo con la direzione artistica di Lorenzo Giusti e preceduta dalle esposizioni sull’espressionismo tedesco e sulle coppie dell’avanguardia russa.

Donne futuriste? “Movimento programmaticamente misogino – riporta la nota sulla mostra – fin dalla sua fondazione proclamava il disprezzo della donna e costruiva una visione dell’arte totalizzante su valori quali la forza, la velocità, la guerra, da cui il genere femminile doveva rimanere escluso”, ricordano le note sulla mostra citando un passo dal contenuto cinico e orripilante del Manifesto del futurismo, 1909: “Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna”.

“La mostra rintraccia – attraverso oltre 100 opere fra dipinti, sculture, carte, tessuti, maquette teatrali e oggetti d’arte applicata – l’operato di queste donne che hanno lavorato dagli anni dieci fino agli anni quaranta, firmando i manifesti teorici del futurismo, partecipando alle mostre, sperimentando innovazioni di stile e di materiali in ambiti trasversali quali le arti decorative, la scenografia, la fotografia e il cinema, la danza, la letteratura e il teatro”.

Tra le figure documentate: Brunas, Alma Fidora (la cui biblioteca e l’archivio di documenti sono andati distrutti sotto i bombardamenti), “artiste totali” come Benedetta, Marisa Mori, Adele Gloria. La mostra prende le mosse dal Manifeste de la Femme futuriste, pubblicato da Valentine de Saint-Point il 25 marzo 1912, in risposta alla Fondazione e Manifesto del Futurismo di Marinetti pubblicato a Parigi nel 1909 su “Le Figaro”. E la mostra comprende prime edizioni di testi, lettere autografe, fotografie d’epoca, manifesti originali, studi, bozzetti.

 

In catalogo con testi di Giancarlo Carpi, Enrico Crispolti, Chiara Gatti, Lorenzo Giusti, Raffaella Resch e una intervista a Lea Vergine, autrice della memorabile mostra curata nel 1980 per il Palazzo Reale di Milano, “L’altra meta` dell’avanguardia”, dedicata alle artiste attive tra il 1910 e il 1940.

 

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