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Muti difende Napoli: una meraviglia culturale, non solo criminalità

Il museo di Capodimonte ha affidato a dieci personalità l'allestimento di sale. Il direttore d'orchestra partenopeo ha scelto Masaccio

Muti difende Napoli: una meraviglia culturale, non solo criminalità
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12 Dicembre 2017 - 12.05


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Sylvain Bellenger, inventivo direttore francese del Museo e Real Bosco di Capodimonte, e Andrea Viliani, direttore del museo d’arte contemporanea Madre di Napoli, hanno avuto un’idea affascinante: chiedere a dieci personalità in campi diversi del sapere e delle arti l’allestimento di una loro sala “ideale” a Capodimonte selezionando liberamente una decina di opere tra le 47mila del museo. Il criterio: hanno “carta bianca”. Alla mostra, organizzata con la casa editrice Electa, ha aderito tra i dieci il direttore d’orchestra Riccardo Muti, che a Napoli è nato.
Il musicista ha scelto una singola opera, la “Crocifissione” di Masaccio del 1426, che ha voluto esposta da sola in una sala oscurata, in una luce che fa risaltare il fondo oro della piccola tavola. Il dipinto del pittore toscano è parte di un polittico sembrato e sparso per il mondo. E alla presentazione alla stampa si è detto “stanco dell’immagine falsata” della città, perché “si parla solo della delinquenza” quando in altre città “la criminalità fa molte più vittime”. Con la conseguenza che pochi percepiscono la grandezza culturale di Napoli. E anche se si rallegra del riconoscimento della pizza dell’Unesco, avverte a ragione che ha molto altro: il centro storico “non teme confronti”, tra Museo Archeologico, il Conservatorio di San Pietro a Maiella, i Girolamini. E ha ricordato la strepitosa “scuola musicale napoletana” con esponenti come Paisiello, Cimarosa, Scarlatti.

Gli altri “curatori” per “Carta Bianca Capodimonte Imaginaire”, aperta fino al 17 giugno 2018, sono Laura Bossi Régnier, neurologa e storica della scienza; Giuliana Bruno, professore di Visual and Environmental Studies, Harvard University; Gianfranco D’Amato, industriale e collezionista; Marc Fumaroli, storico e saggista, membro dell’Académie française; Mariella Pandolfi, professore di Antropologia, Université de Montréal; Giulio Paolini, artista; Paolo Pejrone, architetto e paesaggista; Vittorio Sgarbi, critico e collezionista d’arte, scrittore, docente e polemista; Francesco Vezzoli, artista.

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