La Rivoluzione russa balla il Mambo con Chagall e Kandinsky | Culture
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La Rivoluzione russa balla il Mambo con Chagall e Kandinsky

Nel museo bolognese oltre 70 opere dal 1910 ai primi anni Trenta. Con maestri come Malevic e la Goncarova e ritratti di Stalin

La Rivoluzione russa balla il Mambo con Chagall e Kandinsky
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redazione Modifica articolo

11 Dicembre 2017 - 15.20


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A cento anni dalla Rivoluzione russa ricostruisce i vari filoni della pittura russa, da quella astratta alle reminescenze simboliste alle forme più realiste, la mostra “Revolutija. Da Chagall a Malevich da Repin a Kandinsky. Capolavori dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo” al Mambo – Museo d’arte moderna di Bologna, fino al 13 maggio 2018. Tra le varie iniziative, si segnalano le “didascalie partecipate”: in una scheda il Mambo chiede ai visitatori di scrivere cosa suggeriscono su alcuni quadri: per esempio pensa la donna ritratta in un dipinto, cosa sentono i personaggi di Chagall, cosa unisce un gruppo di persone riferito a “17 ottobre 1905” di Repin, quadro che “fotografa” in pittura i moti rivoluzionari in piazza. Hanno curato la rassegna due figure del museo di San Pietroburgo: Evgenia Petrova, vicedirettore, e Joseph Kiblitsky.

Con la disgregazione del regime sovietico dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso in Europa occidentale, e in Italia, si sono susseguite mostre che hanno permesso di scoprire l’arte russa, dei territori annessi, di vedere maestri eccelsi e correnti d’avanguardia. La rassegna bolognese spazia dal 1910 ai primi anni ’30. Con capolavori quali “La passeggiata” del 1917 di Marc Chagall (una coppia con lei che vola), la raffigurazione futurista del movimento nel ciclista del 1913 di Natalja Goncarova, le astrazioni di Wassily Kandinsky, la “Cavalleria rossa” di Kazimir Malevich del 1932, dove il terreno digrada in linee e forme astratte verso l’orizzonte dove cavalcano i cavalieri rossi in un mirabile esercizio di sintesi e stilizzazione.
Sostiene la co-curatrice della mostra Evgenia Petrova: “Vogliamo riportare all’attenzione non tanto della critica o degli addetti ai lavori, quanto del pubblico, artisti tipo Repin come anche Petrov-Vodkin o Kustodiev, rimasti un po’ nell’ombra a causa dell’enorme successo avuto da altri quali Chagall, Malevich o Kandinsky che pure sono presenti in mostra”.
Le 72 opere esposte documentano i vari movimenti che fiorirono nel subbuglio russo: il primitivismo, il cubo-futurismo, il suprematismo (di cui fu esponente di punta e teorico Malevich), il costruttivismo, con influssi espressionisti e virate nell’astrattismo puro di Kandinsky, fino al realista di chi ritrae il baffuto Stalin.

Catalogo Palace Edition/Skira

 

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