Quando un peperone diventa un ritratto: Arcimboldo debutta a Roma | Culture
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Quando un peperone diventa un ritratto: Arcimboldo debutta a Roma

Il pittore dei ritratti formati da frutta, ortaggi e fiori per la prima volta in una mostra nella capitale, a Palazzo Barberini. Bizzarrie, eclettismo e un aspetto poco noto dell’artista amato dalle corti

Quando un peperone diventa un ritratto: Arcimboldo debutta a Roma
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20 Ottobre 2017 - 09.21


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Con quei suoi visi composti da pesche, zucchine, spighe e pomodori,  dagli effetti apparentemente mostruosi, il pittore Giuseppe Arcimboldi (Milano, 1526-1593) detto Arcimboldo si è guadagnato prima dell’ultima guerra mondiale l’apprezzamento dei surrealisti, nella nostra era il gradimento del pubblico non specialista rendendolo una star come capita di rado agli antichi. Ci fa scoprire come il pittore abbia eseguito non soltanto volti con peperoni e altri ortaggi bensì anche vetrate dai soggetti sacri e nient’affatto bizzarri una mostra alle Gallerie Nazionali di Arte Antica a Palazzo Barberini a Roma aperta dal 20 ottobre all’11 febbraio 2018. Ne firma le cure Sylvia Ferino-Pagden, già direttore della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna, con la direzione scientifica del museo romano che ne è anche organizzatore insieme a Mondo Mostre Skira. La rassegna comprende una ventina di sue opere autografe, tra disegni e dipinti, prestati da Basilea, Denver, Houston, Monaco di Baviera, Stoccolma, Vienna, Como, Cremona, Firenze, Genova, Milano.

Arcimboldo si è affermato nel filone più fantasioso ed eterodosso del Manierismo del secondo Cinquecento e soprattutto nelle corti asburgiche di Vienna e Praga, al cospetto di Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II. Ebbe il titolo nobiliare, rarissimo per gli artisti, di “Conte Palatino”.

 

In sei sezioni la mostra propone un centinaio di opere includendo i dipinti più conosciuti: le Stagioni, gli Elementi, il Giurista, il Cuoco, le vetrate del Duomo di Milano. Inoltre disegni acquerellati per le feste di corte, accompagnati da oggetti delle Wunderkammern imperiali, le «camere delle meraviglie» che raccoglievano con gusto raffinato oggetti scoperti fuori dall’Europa dal mondo naturale, dalle zanne ai coralli, curiosità scientifiche, stranezze, oggetti raffinati d’arte o d’altissimo artigianato, senza barriere tra cultura scientifica e umanistica. È in questo contesto che si colloca un dipinto in mostra, il Ritratto di Antonietta Gonzalez del 1595 circa, dell’eccellente pittrice Lavinia Fontana e che ritrae la donna dal viso interamente coperto da peluria: era una delle figure che circolavano nelle corti come oggetto di stupore e feroce divertimento delle persone a corte.

 

Catalogo edito da Skira. Info: tel. 06-4824184; email: Gan-aar@beniculturali.it; prenotazioni: tel. 06-8110 0257
www.barberinicorsini.org , www.arcimboldoroma.it

 

Arcimboldo spiegato da Philippe Daverio: IL VIDEO

 

 

 

 

 

 

 

 

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