Quelle modelle nude come opere d'arte viventi | Culture
Top

Quelle modelle nude come opere d'arte viventi

Vanessa Beecroft sbarca agli Uffizi: l'artista che crea opere viventi con ragazze nude o sotto veli trasparenti entra nel museo italiano più visitato e a Palazzo Strozzi a Firenze

Quelle modelle nude come opere d'arte viventi
Preroll

admin Modifica articolo

28 Settembre 2017 - 10.22


ATF

Modelle vestite di un velo agli Uffizi. Come un’opera d’arte vivente. Le introduce nel museo statale più visitato d’Italia Vanessa Beecroft, artista che nel multiforme universo dell’arte contemporanea non ha eguali, è inconfondibile ed è una delle poche star del nostro paese: si è specializzata in performance-installazioni con modelle, di solito nude, talvolta coperte da veli trasparenti, talvolta vestite di trasparenze, talvolta di più etnie o che indossano vistose parrucche. Mute e ieratiche, le ragazze si piazzano in gallerie, musei o posti meno ufficiali, in situazioni irripetibili perché concepite per quel luogo, quell’ora, quel giorno. Come una pittrice o una fotografa di un set, Vanessa Beecroft calcola al millimetro gli effetti cromatici, le luci, modula il bianco e il nero quando le modelle sono bianche e nere: con la fama di essere una perfezionista, l’artista alle ragazze di solito concede al massimo qualche movimento, anche impercettibile, ma impone sempre di tacere e di non interagire mai con gli spettatori. La distanza dal pubblico è cruciale.

A ogni azione-opera d’arte l’autrice dà come titolo le proprie iniziali, VB, seguite da un numero progressivo. E in queste situazioni calibrate nei dettagli entrano in gioco più contenuti: la femminilità, la moda, la bellezza, il nudo, il sesso e la sessualità, i diritti delle donne, il voyeurismo (dei maschi di solito), l’ordine, la storia dell’arte. Le azioni della Beecroft flirtano con l’iconografia della moda dove trionfa il corpo perfetto, tornito, sexy e contengono un’ambiguità anche verso l’immagine della donna nell’industria dell’immagine. La criticano? Negli intenti sì; negli effetti concreti esporre ragazze stupende senza parola non equivale anche a condividere quei valori dove chi non è bello non viene rappresentato? D’altronde, le performance di Vanessa Beecroft (dove lei non compare) non pretendono di essere manifesti di femminismo e l’ambiguità è connaturata all’arte stessa.

Genovese, nata nel 1969, vive a New York, l’artista ha quattro figli e una rodatissima carriera internazionale che la porta adesso a Firenze quale ospite del decimo festival “Firenze suona contemporanea” intitolato “Il respiro delle statue”. Gli appuntamenti sono tutti a ingresso gratuito ma con le perfomance con modelle già a esaurimento posti perché se non prenoti non entri.

Giovedì 28 alle 21 il CinemAnemico di Settignano, amabile zona periferica sui colli fiorentini, proietta VB South Sudan, documentario su un suo soggiorno nel 2005 in un orfanatrofio presso la Diocesi di Rumbek, ospitata dal vescovo Cesare Mazzolari, dove le capitò di allattare tre piccoli e dove, autorizzata, si è fotografata, lei una bella donna bianca dalla pelle quasi diafana, mentre allatta due gemelli neri, Madit e Mangor. Lo scatto a suo tempo sollevò discussioni: c’era chi vide una denuncia del colonialismo, chi una maternità laica che rendeva sacro un gesto comune a qualsiasi donna di qualsiasi etnia, chi invece uno sfruttamento dell’immagine della donna occidentale che nutre l’Africa quando è l’Africa a venire depredata da secoli per l’Occidente.

Venerdì 29, sempre alle 21, nel centralissimo e quattrocentesco Palazzo Strozzi, il festival diretto da Andrea Cavallari ospita vb83. Nel cortile Vanessa Beecroft dispone trenta modelle dalla pelle bianca e nera, scelte dopo un lungo casting tra professioniste della moda, danzatrici e attrici, in una scenografia ispirata a Giovanna d’Arco. Segue l’esecuzione in prima italiana di The Holy Presence of Joan d’Arc del 1981 del compositore, pianista e cantante newyorkese nero Julius Eastman, morto ad appena 50 anni nel 1990. Suona il Flame Florence Art Music Ensemble con Mary Jane Leach, canta il baritono Njabulo Madlala. Dopo il concerto, tornano le modelle. I posti risultano già tutti esauriti.

Terzo appuntamento: lunedì 2 ottobre alle 18 nella Sala della Niobe degli Uffizi nell’installazione vb84 l’artista dispone venti modelle coperte solo da un velo di seta che stavolta potranno però emettere suoni e borbotti e rumori. E qui si ascolterà il respiro delle statue che dà il titolo a tutto il festival. La sala è un maestoso ambiente settecentesco con le statue classiche sul mito di Niobe, la madre di sette figlie e sette figli che sbeffeggiò Latona perché la dea aveva generato appena un figlio e una figlia. Poiché le divinità greche non erano più concilianti degli umani e non andavano per il sottile, Latona offesa spedì i due figli, Apollo e Artemide, a massacrare i quattordici figli di Niobe.
Intorno alle statue che narrano immobili e concitate questa tragica vicenda Vanessa Beecroft dispone le modelle interagendo in apparenza con l’antichità e sollevando domande su temi come le nostre pulsioni, le stragi di innocenti, l’arroganza e chissà cos’altro. La sala peraltro ricorda come gli Uffizi abbiano una superba collezione di sculture classiche la cui fama è prevedibilmente offuscata da una galleria ricca di capolavori della pittura di Giotto, Botticelli, Leonardo, Michelangelo e molti altri. Per partecipare, se c’è ancora posto, è obbligatorio prenotare tramite Firenze musei chiamando lo 055 294883.

Il festival “Il respiro delle statue” è organizzato con Fondazione Palazzo Strozzi, Gallerie degli Uffizi, il centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (che il 30 settembre alle 17 ospita una conferenza di Umberto Galimberti sulla bellezza), e si inserisce nell’Estate fiorentina 2017.

Info e prenotazioni: Flame, festival@firenzesuonacontemporanea, Tel. 055 611299, fax 055 6123516.

 

Link per saperne di più:

Vanessa Beecroft
http://www.vanessabeecroft.com/

Il festival Firenze suona contemporaneo
http://www.firenzesuonacontemporanea.it/it/

Gallerie degli Uffizi
https://www.uffizi.it/

Fondazione Palazzo Strozzi
http://palazzostrozzi.org/

Centro per l’arte contemporanea Pecci
https://www.centropecci.it/

Native

Articoli correlati