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Pompei: scoperta una nuova tomba con uno scheletro mummificato

Il Parco Archeologico e l'Università Europea di Valencia hanno rinvenuto il sepolcro di Marcus Venerius Secundio: uno schiavo liberato che ha scelto di farsi inumare

Pompei: scoperta una nuova tomba con uno scheletro mummificato
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17 Agosto 2021 - 16.54


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Il Parco Archeologico di Pompei, in collaborazione con l’Università Europea di Valencia, ci rende partecipi della sua ultima, affascinante e misteriosa scoperta: si tratta di una tomba, considerata estremamente particolare per la sua forma a recinto, la facciata decorata da piante d’oro su fondo blu, una camera per l’inumazione e un’iscrizione marmorea. 

All’interno della tomba inoltre, è stato ritrovato lo scheletro del defunto apparso in parte mummificato, con la testa ricoperta da capelli bianchi e un orecchio parzialmente conservato con delle piccole porzioni di tessuto attaccato. “Uno degli scheletri meglio conservati della città antica”, afferma il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel che poi aggiunge:’’ ” Doveva avere più di 60 anni e non aveva mai svolto lavori particolarmente pesanti”. 
La tomba, costruita all’esterno di Porta Sarno, risale agli ultimi decenni di vita di Pompei e sembra appartenere a Marcus Venerius Secundio, un ex schiavo divenuto poi liberto, custode del tempio di Venere e infine Augustale, ovvero membro di un collegio di sacerdoti imperiali.  

La domanda che più viene posta da tutti gli studiosi inerente alla scoperta riguarda in particolare il motivo per cui Marcus Venerius Secundio abbia deciso di farsi inumare, scegliendo dunque un rito che veniva usato in un’epoca molto più antica piuttosto che nel mondo greco ma non a Pompei dove, con la sola eccezione dei bambini, i cadaveri venivano cremati. Massimo Osanna, direttore generale dei musei statali, sostiene che Marcus Venerius Secundio si sentisse estraneo al corpo sociale della città, forse arrivato proprio da qualche altro luogo dell’impero romano o da Roma “Dove in quel periodo alcune famiglie continuavano a praticare l’inumazione, cosa che diventerà poi usuale dal secolo successivo”.  

Non solo, la scoperta continua nel recinto della tomba, precisamente alle spalle della cella sigillata nella quale era adagiato il corpo di Secundio, dove sono state trovate due urne, una in vetro appartenente ad una donna chiamata Novia Amabilis, ipoteticamente considerata dagli archeologici la moglie del defunto e per la quale però sembra esser stato usato un rito più propriamente pompeiano. Ma perché alla donna sarebbe stato riservato un trattamento differente? “Potremo capirne di più dall’analisi dei tessuti’’, spiega l’archeologo Alapont che continua:’’ Dalle fonti sappiamo che determinate stoffe come l’asbesto venivano usate per l’imbalsamazione. Anche per chi come me si occupa di archeologia funeraria da tempo, la straordinaria ricchezza di dati offerta da questa tomba, dall’iscrizione alle sepolture, ai resti osteologici e alla facciata dipinta, è un fatto eccezionale, che conferma l’importanza di adottare un approccio interdisciplinare, come l’Università di Valencia e il Parco archeologico di Pompei hanno fatto in questo progetto”. 

Anche il ministro della cultura Dario Franceschini è intervenuto in merito alla scoperta affermando:” Pompei non smette di stupire e si conferma una storia di riscatto, un modello internazionale, un luogo in cui si è tornati a fare ricerca e nuovi scavi”, ed ha continuato ringraziando “Le tante professionalità dei beni culturali che con il loro lavoro non smettono di regalare al mondo risultati straordinari che sono motivo di orgoglio per l’Italia”. 

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