A cura della redazione di globalist.culture.it (clicca qui per vedere chi siamo) con il coordinamento di Stefano Miliani
Amadeus parla dei teatri chiusi. Devono essere aperti. E introduce l’attrice Antonella Ferrari che ha la Sla. Di nuovo torna il rosso al femminile. Nella sua rappresentazione scenica: un urlo vibrante dei malati di sclerosi multipla. Un monologo drammatico e carico di emotività, in cui l’attrice ricorda che la malattia non deve essere la protagonista “io non sono la mia malattia, sono io”. E ricorda le sue peregrinazioni tra medici e luoghi di cura.
“Io non sono la sclerosi multipla, sono Antonella Ferrari”: esclama con forza all’Ariston l’attrice. E’ testimonial dell’associazione Aism, e ricostruisce il suo passare tra analisi e cartelle cliniche mostrando le carte dei tarocchi fino alla diagnosi: “Da oggi potrò ricominciare a camminare in mezzo alla gente senza timore, da oggi potrò smette di avere paura della paura , sarò semplicemente io, in cammino, luminosa anche quando sarà buio”.
Antonella Ferari ringrazia Amadeus: “Sognavo fin da piccola di essere qui. E poi è ossigeno puro per me che da un anno sono ferma senza lavorare”. “Facciamo un gran tifo per il teatro, è uno straordinario racconto della vita”.