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Le donne e la psicoanalisi al giorno d'oggi

Il 9 marzo a Roma un ciclo sulle donne alla luce della scienza di Freud e Lacan. Nella società di oggi, così le donne sono sottratte a quella generalizzazione che le relega in stereotipi femminili o materni.

Le donne e la psicoanalisi al giorno d'oggi
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7 Marzo 2018 - 13.59


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di Roberto Arduini

 

Le donne d’oggi sono cambiate o sono sempre le stesse? La questione non riguarda soltanto la condizione femminile, né l’universale del femminile, aspetti pur sempre rilevanti che ruotano intorno alla donna. É più radicale. Riguarda il mondo in cui viviamo a cavallo tra due millenni diversi, il mondo del «tutto e subito» che esclude la singolarità e il tempo soggettivo, un mondo che fa parlare le donne, che dice di non considerarle più né streghe, né puttane, ma che le mette a tacere con  ben altre forme di violenza, più sottili, che vanificano il loro dire fino al punto di sopprimerlo con un bel: «Delle donne se ne parla fin troppo», -e non importa da quanto poco tempo se ne parli- come se i femminicidi e le violenze fossero solo fatti di moda e non fatti di cronaca. 

 

Certo è che gli psicoanalisti delle donne ne parlano e in modo diverso, considerandole, una per una, sottraendole a quella logica del tutto, che le generalizza e le relega in stereotipi femminili o materni. Fa attenzione, cioè, agli effetti di segregazione a cui s’incorre quando si tenta di definire una questione che non appartiene a tutti  allo stesso modo anche se riguarda alcune specifiche categorie e, ad esempio, questo vale anche per i disabili, per l’infanzia e per l’immigrazione o per gli omosessuali. Un modo per comprendere ciò che s’intende per «effetto di segregazione» è che appartenere ad una certa categoria, può risuonare come un marchio, un giudizio sociale: è omosessuale, è una donna… ecc. Di certo non è così per la psicoanalisi. 

 

È questa la cornice in cui si svolge per il secondo anno consecutivo presso il Centro culturale dell’Istituto francese Centre Saint-Louis, che ospita l’iniziativa nella sezione Vivre les Cultures, il ciclo di conferenze sulle donne intitolato «Le donne al giorno d’oggi» coordinato da Celeste Soranna. Il ciclo di conferenze – che finora ha ospitato psicoanalisti di fama internazionale come Anita e Luis Izcovich, di scrittrici come Camille Laurens, e nomi illustri nella cultura e nel giornalismo italiano come quello di Delia Vaccarello- ospiterà venerdì 9 Marzo Albert Nyguyên, psicoanalista a Bordeaux, con il suo ultimo libro intitolato: «Quand seuls restent le mots… Psychanalyste au son de l’époque» (2017 Edizioni Stilus, Collection Nouages).

 

Nel suo saggio Albert Nyguyên sostiene la tesi secondo la quale la psicoanalisi è cambiata e deve resistere agli effetti dis-umanizzanti della nostra epoca. Ha il dovere di accettarne le sfide e, in un momento in cui le parole non hanno più alcuna importanza, in cui si può dire tutto e il contrario di tutto, deve ridare alle parole il loro giusto peso e il loro potere. «C’è qualcosa nelle parole che è più forte di tutto» afferma l’autore, menzionando quei migranti siriani, esiliati in Libano, privati di ogni bene materiale, che si recano alle conferenze di psicoanalisi in Libano e in Turchia per sentir parlare dell’inconscio e della psicoanalisi. 

 

Nella sua conferenza, dedicata alle donne e intitolata « Il dire di una donna..quando restano solo le parole», parlerà del dire di una donna, sottolineando che il godimento di una donna si sottrae all’universalità, in quanto una parte del suo godimento, godimento del corpo, sfugge alla logica fallica. La sfida sulla quale la psicoanalisi non indietreggia riguarda l’impossibile da dire sulle donne…non senza l’aiuto della poesia, a cui Nyguyên fa spesso ricorso per avanzare nella sua tesi a partire da Lacan:« è il dire che nelle sue conseguenze fa segno, dimostrando, se ce ne fosse bisogno, che quando  una donna dice, non discorre per non dire nulla, ma al contrario assume ciò che dall’inconscio sorge..e cambia la sua vita». E così per Albert Nyguyên:«L’analisi non ha altro mezzo se non quello di registrare i battiti del cuore del mondo e di interpretarli».

 

Venerdì 9 Marzo – ore 18:30
Mediateca, largo Toniolo 22, Roma

IL DIRE DI UNA DONNA… QUANDO RESTANO SOLO LE PAROLE

incontro con il psicoanalista Albert NGUYEN, coordinato da Celeste Soranna
in lingua francese con traduzione italiana

 

Per maggiori informazioni si può andare sul sito dell’Istituto di cultura francese

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