A rivelare le future ondate di calore sarà l’intelligenza artificiale. Lo dichiara uno studio degli scienziati del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), pubblicato sulla rivista Nature Communications Earth & Environment. Il team è guidato da Ronan McAdam e ha proposto un framework che indica le caratteristiche che, identificando le variabili atmosferiche, oceaniche e terrestri, sarà in grado di prevedere la possibilità di ondate di calore in Europa.
Gli eventi accaduti nel 2003, 2010 e 2022 ribadiscono la necessità di prevedere questi fenomeni e di creare strumenti di allerta. Le ondate di calore producono gravi conseguenze sia per i cittadini, provocando crisi sanitarie e morti, sia nel mondo agricolo e nell’ambiente, dichiarano gli scienziati.
Il team di ricerca ha infatti proposto di adottare tecniche di apprendimento automatico, basato sull’analisi di circa 2 mila fattori in grado di selezionare gli elementi rilevanti per ogni luogo. L’algoritmo tende quasi a superare i modelli ad oggi disponibili. Gli esperti commentano che il settore della climatologia, con il supporto dell’apprendimento autonomatico e dell’IA, può raggiungere altissimi livelli.
McAdam sostiene: “I nostri risultati dimostrano l’utilità dell’apprendimento automatico nella previsione di eventi estremi, ma questo è solo un primo passo per definire strategie mirate a ottenere risultati interpretabili e fisicamente significativi”.
Gli autori sostengono che il sistema sia in grado di fornire previsioni accurate e in anticipo sulle ondate di calore, favorendo l’adozione di strumenti per ridurre le conseguenze di potenziali condizioni meteorologiche estreme.
McAdam conclude: “Il nostro lavoro apre nuove possibilità per i servizi climatici in settori quali agricoltura, sanità pubblica, gestione energetica e pianificazione delle emergenze, oltre a creare l’opportunità di combinare gli approcci di apprendimento automatico con il sistema dinamico sviluppato, sfruttando così i punti di forza di entrambi gli approcci”.