Tempo fa ho avuto un incubo diurno. Il demone del mezzogiorno, come lo chiamavano i Greci, fa di questi scherzi. Dunque, era il mio primo giorno di lezione, in una delle tante università in cui ho insegnato, entravo in aula un po’ emozionato e cominciavo a parlare.
Dopo qualche minuto gli studenti si sono alzati in piedi e uno di loro, una sorta di capo delegazione, mi ha detto: “Professore, noi non la vogliamo seduto su quella cattedra, lei non ha il curriculum sufficiente e neppure le competenze necessarie per insegnare qui! Torni a studiare”. Fine dell’incubo.
Madre mia! Per fortuna in oltre cinquanta anni di insegnamento una cosa del genere non mi è mai capitata, anzi, con i miei studenti mi sono sempre trovato benissimo.
Una (triste) esperienza dello stesso genere, simile cioè al mio incubo diurno, è invece capitata a Beatrice Venezi, nominata direttrice artistica del teatro la Fenice, che è stata rifiutata dagli orchestrali con questa motivazione: “Il suo curriculum non è minimamente paragonabile a quello delle grandi bacchette che, in passato, hanno ricoperto il ruolo di Direttore Musicale di questo Teatro”.
I musicisti veneziani non la vogliono, dicono che da lei non imparano niente, che non li sa dirigere. Madre mia! Un incubo, stavolta vero. Perché la Venezi non si ritira e ricomincia a studiare?