La Sumud: “La missione va avanti, dalla Farnesina un atto di sabotaggio gravissimo” | Culture
Top

La Sumud: “La missione va avanti, dalla Farnesina un atto di sabotaggio gravissimo”

Ridurre l'obiettivo della Flotilla alla consegna di aiuti è "strumentale al boicottaggio della missione" e al sostegno di Israele. Intanto la Family Boat è stata costretta a fermarsi, non potrà ripartire.

La Sumud: “La missione va avanti, dalla Farnesina un atto di sabotaggio gravissimo”
Preroll

redazione Modifica articolo

28 Settembre 2025 - 00.14


ATF

di Arianna Scarselli

Dopo la sosta di oggi per risolvere i problemi che avevano già rallentato ieri alcune imbarcazioni, la Flotilla è ripartita. Ora le barche sono a due giorni dal blocco israeliano e a meno di una settimana dalla costa di Gaza. Il pericolo per la Sumud cresce di ora in ora.

La crisi è annunciata, i ministri israeliani hanno dichiarato più volte, nelle scorse settimane, che Israele “non consentirà la violazione di un blocco navale legittimo” (Israel Katz, ministro della difesa), che la Sumud è “un’iniziativa jihadista al servizio di un gruppo terroristico” (Ben Gvir, ministro della sicurezza nazionale) e ieri Netanyahu ha ribadito che Israele vuole “finire il lavoro a Gaza il più velocemente possibile”. In questo contesto la missione umanitaria della Flotilla è un grosso ostacolo ridimensionato dal nostro Governo, che si sta preparando per una missione di “protezione civile”, come l’ha definita Tajani, invece di una missione di scorta militare idealisticamente congiunta con almeno tutti gli altri 43 Paesi le cui rappresentanze navigano con la Sumud.

Dopo l’appello di ieri del Presidente Mattarella, la Flotilla si è detta “aperta a trattative concrete”. La portavoce italiana Maria Elena Delia ha precisato che “non c’è una chiusura cieca”. Con questa missione, dice, “stiamo cercando di evidenziare una stortura. Non vogliamo metterci in pericolo per forza, ma chiediamo ai governi di garantire che eventuali attacchi in acque internazionali abbiano conseguenze, come sanzioni o embargo sulle armi” ha ribadito Delia, rientrata ieri a Roma per dialogare con le nostre istituzioni.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato la sua disponibilità all’ascolto: “Il mio telefono è sempre acceso, sono pronto ad ascoltare chi vuole parlare. L’appello del Presidente mi pare assolutamente positivo e sta già producendo effetti”. Questa disponibilità arriva però dopo l’accusa mossa dalla delegazione italiana a Tajani e al Governo: “La missione è complessa e delicata. Le imbarcazioni sono state più volte attaccate da droni militari, il governo israeliano minaccia attacchi da settimane, il livello di stress a cui sono sottoposte le persone a bordo è rilevante. A questo si aggiunge che ieri la Farnesina ha inviato un comunicato ai familiari dei partecipanti italiani alla missione, affermando che alcuna protezione verrà garantita in caso di attacco di Israele: un atto di sabotaggio gravissimo. Per queste ragioni, oltre che per altre di natura personale, è assolutamente legittimo considerare il fatto di fermarsi sulla terraferma”.

Gli attivisti hanno sottolineato che  “ridurre la Global Sumud Flotilla al solo scopo (seppur importantissimo) della consegna degli aiuti umanitari è strumentale al boicottaggio della missione, e quindi all’ennesimo sostegno alle illegalità di Israele. Fin dall’inizio – hanno spiegato – l’attenzione massima della Global Sumud Flotilla è stata rivolta al blocco navale di Israele a largo di Gaza, sull’assedio alla popolazione palestinese, sull’occupazione coloniale, sul genocidio che ogni giorno, anche mentre scriviamo, genera sofferenza, fame, distruzione e morte per due milioni di persone”. Oggi alcune persone hanno deciso di lasciare la Flotilla per continuare il lavoro da terra ma “la delegazione italiana continua la navigazione insieme al resto della flotta internazionale verso est. All eyes on Gaza”.

Insieme alla notizia positiva della ripartenza della Flotilla, è arrivata anche quella negativa che la Family Boat (la nave attaccata in acque tunisine), a causa di un guasto al motore, non potrà più proseguire. Il direttivo della GSF ha fatto sapere che “la nostra missione è incrollabile. Ci stiamo adattando immediatamente, riassegnando il coordinamento della nostra flotta e assicurandoci di continuare la nostra missione urgente. L’invasione completa di Gaza City continua a una velocità incessante e la nostra necessità di agire non è mai stata così grande. Andiamo avanti portando con noi tutti gli aiuti che possiamo, tutte le persone che possiamo e i cuori e le menti delle maggioranze sociali del mondo. Non ci arrenderemo mai”.

Native

Articoli correlati