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La Flotilla lascia i porti italiani

Ora davvero verso Gaza, "stavolta non ci fermiamo più". Turchia ed Egitto annunciano “Mare dell’Amicizia”: l'obiettivo è limitare Israele?

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19 Settembre 2025 - 22.24


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di Arianna Scarselli

“Siamo partiti”. Le parole di Maria Elena Delia, portavoce della Global Sumud Flotilla, sono risuonate nell’animo di chi era nelle piazze e nelle strade a manifestare il sostegno alla Sumud e alla Palestina. 42 barche ora dirette senza scali verso Gaza per portare aiuti umanitari, a fare ciò che i governi non sono riusciti o non hanno voluto fare. In attesa ancora 6 barche ormeggiate nei porti greci che si uniranno nei prossimi giorni. Le difficoltà tecniche però restano: la nave Alma, una delle più grandi su cui da domenica viaggia anche  l’attivista svedese Greta Thunberg, è ancora ferma a Siracusa e non si sa quando si riunirà alla Flotilla. 

Nel frattempo ieri è stata annunciata un’esercitazione navale congiunta di Turchia e Egitto, per la prima volta insieme dopo tredici anni. I due Paesi hanno messo da parte le tensioni (causate dal sostegno della Turchia del movimento islamista dei Fratelli musulmani, considerato un’organizzazione terroristica dall’Egitto a seguito del colpo di Stato del 2013 che ha portato alla deposizione del presidente egiziano Mohammed Morsi) per condannare le azioni israeliane. L’esercitazione, denominata “Mare dell’amicizia”, si svolgerà dal 22 al 26 settembre e appare come uno scudo per la Flotilla che sta per inoltrarsi nel Mediterraneo orientale, sempre più vicina a Gaza.

Oggi il portavoce di lingua araba dell’esercito israeliano, il colonnello Avichay Adraee, ha scritto su X che «le forze israeliane continueranno le loro operazioni con una forza senza precedenti contro Hamas e altre organizzazioni terroristiche» invitando la popolazione palestinese a «unirsi alle centinaia di migliaia di residenti che sono stati evacuati nella zona umanitaria nel sud». Tutta la Palestina è sotto attacco. Oltre a sperare che la Flotilla riesca ad arrivare a Gaza, ci si augura che un eventuale attacco a essa non diventi il distrattore mediatico per completare nel silenzio lo sterminio di un popolo.

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