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Montanari: il turismo non governato cambia la forma delle città

Abbiamo posto alcune domande allo storico dell'arte e rettore di Unistrasi sull'invasione dei centri storici, sul consumo del patrimonio culturale e sul rapporto con l'ambiente.

Montanari: il turismo non governato cambia la forma delle città
Tomaso Montanari, Rettore Unistrasi
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24 Gennaio 2024 - 19.00


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di Giuseppe Castellino

Il turismo è uno dei motori principali del nostro Paese e vale il 6% del Pil (il dato sale al 13% se si considerano beni e servizi che producono beni o servizi legati al turismo). Se consideriamo le prenotazioni delle strutture ricettive, possiamo calcolare 445,3 milioni di turisti nel 2023. Oltre a effetti positivi che questi dati possono portare come la ripresa economica (soprattutto se contiamo il COVID che ha paralizzato tutto l’indotto nel 2020), ci sono anche altre facce della medaglia che rischiano di cambiare in peggio il volto delle città. Un esempio molto recente viene da Venezia che inizierà a contingentare gli ingressi da questa primavera, ma anche altre città come Roma o Firenze subiscono questo effetto che viene definito da tutti “turismo di massa”. Svuotamento dei centri storici, deterioramento accelerato o anomalo del patrimonio storico e artistico sono solo alcuni degli effetti negativi.

Su questo tema abbiamo posto alcune domande a Tomaso Montanari, professore di storia dell’arte e attuale rettore dell’Università per Stranieri di Siena, che sovente torna su queste tematiche  e recentemente ha pubblicato Se Amore guarda con Einaudi.

Professore, in termini di numeri il turismo in Italia è tornato ai livelli del 2019 e gli effetti negativi si sono subito visti. Secondo lei, la sensibilità sugli effetti del turismo di massa è migliorata o peggiorata? 

È rimasta uguale: non siamo cambiati, non abbiamo imparato nulla. Anzi, la pressione è di fatto aumentata, anche in città come Siena. 

Esiste un rapporto stretto tra crisi ambientale e fruizione del patrimonio storico e artistico?

Esiste in quanto, quando non ci saranno più umani sulla terra, chi guarderà i quadri dei musei? Ecco perchè fa bene Ultima Generazione a usareil patrimonio per denunciare che siamo vicini alla fine.

Lei è nato e cresciuto a Firenze, una città che ha sofferto particolarmente gli effetti negativi del turismo di massa. Ha notato vistosi cambiamenti rispetto al passato?

No, la giunta Nardella aveva giurato e spergiurato di aver capito: poi tutto è andato come prima, peggio di prima.

Quante responsabilità hanno la politica e le amministrazioni locali sul tema? C’è anche un problema di leggi inadeguate o questi ritardi sono dovuti solo alla insipienza della politica locale e nazionale?

Le due cose. Manca la coscienza che il turismo non governato cambia la forma della città, espelle i residenti, droga il mercato degli affitti e riduce le città a luna park per ricchi

Lei ritiene che il mondo intellettuale e della cultura siano consapevoli del problema?

Nel complesso no, tranne lodevoli eccezioni.

Su” il Fatto quotidiano” e Huffington Post” ha dato molto spazio a questo tema evidenziando anche il legame tossico con lo sfruttamento economico e commerciale.  Quali indicazioni può dare lei per risolvere queste questioni poste?

Usare ogni leva urbanistica e fiscale per favorire la residenza, specie quella  popolare e giovanile, nei centri storici. Non portare le funzioni (università, uffici, tribunali…) in periferia.  Fare attività culturali per chi vive la città sempre, legare scuole e musei indissolubilmente.

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