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Un salone indigesto per la Ministra Eugenia Roccella

La ministra è stata contestata da un gruppo di attivisti durante la presentazione della sua autobiografia al Salone del Libro. Accusa i manifestanti di non aver cercato il dialogo dicendo: 'E' il fascismo degli antifascisti'.

Un salone indigesto per la Ministra Eugenia Roccella
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Marialaura Baldino Modifica articolo

24 Maggio 2023 - 18.10


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Dove poggia quella linea sottile tra la promozione di un libro e la libertà di dissenso lo ha sperimentato, qualche giorno fa, al Salone del Libro di Torino, la Ministra Roccella. È scesa una nube grigia sul padiglione della Regione Piemonte, quando durante la presentazione della sua autobiografia che contiene le sue origini (viene dai Radicali di Pannella) e le sue scelte successive – nelle quali dichiara di essere femminista – è stata interrotta da un gruppo di manifestanti che hanno contestato il suo operato da ministra.

Nicola Lagioia, nelle vesti di direttore, che è al suo ultimo mandato, è accorso a fare da mediatore, finendo però anche lui per scontrarsi con la rappresentante del dicastero.

Il Salone è da sempre un luogo di discussione, di dibattito e forse qualche rimostranza c’era da aspettarsela. La Ministra, infatti, non era li solo nel ruolo di scrittrice, ma ha portato con sé, forse anche involontariamente, quel bagaglio da militante di FdI. E’ questo uno dei motivi reali della contestazione.

A differenza di Zerocalcare, di Erri De Luca e della Murgia, che la maggioranza ha bersagliato di commenti e che hanno assorbito con stile le critiche, Eugenia Roccella si è irritata assai e lo ha mostrato sia scrivendo che parlando alle tivvù di mezzo mondo: lei rappresenta, in parte, il governo e un governo, qualsiasi esso sia, può essere messo in discussione.

Da contestatrice a contestata, la ministra non ci sta, esprimendo poi il suo dissenso su Facebook, aprendo per l’occasione una pagina personale.

Il Salone Internazionale del Libro non è un’appendice delle istituzioni, non è alle dipendenze né al servizio di qualsiasi esponente politico. E pensare o addirittura pretendere che debba esserlo, sia per soldi che per linea governativa, risulta assai allarmante.

Bella, la democrazia, finché si è all’opposizione. Questo governo di centro destra e ogni suo ministro non ha altro che ricordarci che in realtà mirano ad un sovranisno anche culturale.

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