Accoglienza migranti: la teoria alla Summer School e la pratica alla città di Siena | Culture
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Accoglienza migranti: la teoria alla Summer School e la pratica alla città di Siena

Si è svolto al Santa Chiara Lab dell’Università di Siena l’ultimo corso dell'anno 2021-22 della Summer School dedicato al tema dei migranti proprio mentre in città si discuteva intorno “all’invasione” dei pakistani.

Accoglienza migranti: la teoria alla Summer School e la pratica alla città di Siena
I giovani pakiostani richiedenti asilo a Siena (foto Sienapost.it)
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11 Ottobre 2022 - 15.31


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di Marcello Cecconi

Una settimana di approfondimento su un tema che era all’ordine del giorno in città perché da qualche mese l’arrivo di decine di migranti pakistani ha messo in crisi da un lato il sistema di accoglienza di Siena e dall’altro l’egoistica impellenza di decenza di molti cittadini. “Territori in migrazione – dalla prima accoglienza alla residenza partecipativa: percorsi ed esperienze innovative” è stato il corso presieduto dal Prof. Luca Verzichelli che ha chiuso il ciclo Summer School 2021-2022 dell’Università di Siena. Organizzato dal Dipartimento Scienze Politiche e Cognitive insieme all’innovativa impresa sociale senese Mimetis, si rivolgeva a tutti coloro che sono impegnati nel settore dell’accoglienza delle persone migranti e rifugiate in qualità di operatori, mediatori, tecnici, ricercatori, attivisti, all’interno di istituti e organizzazioni pubblici e privati.

Come dicevamo, la caldissima estate senese è stata resa ancora più bollente da questi giovani e giovanissimi migranti (15-18 anni la maggioranza) che dopo mesi di disperato e rischioso attraversamento della rotta balcanica sono arrivati, e continuano ad arrivare, fin qua. Sono in fuga dalle disastrose condizioni economiche e sociali del loro Paese, condizioni aggravate dalle perduranti piogge monsoniche che stanno creando pericolo di carestie e che giungono fino al capoluogo senese per il riconoscimento del loro status di rifugiati.

Certo è che tutti questi giovani stranieri per strada a bivaccare nella vicinanza della Questura e accampati per la notte nei giardini di San Marco non passano inosservati. Non lo sono nemmeno quando fanno la fila per una doccia davanti al “servizio per le persone in difficoltà” presso le Suore Vincenziane di via dei Servi, che grazie all’impegno della Caritas e al sostegno economico della Fondazione Monte dei Paschi è stato adeguato alle norme anticovid.

Con l’impossibilità di una risposta immediata, da parte del Comune di Siena, a un arrivo di richiedenti asilo così numeroso e imprevisto e con il loro conseguente girovagare in gruppo in una città che vive concentrata nel salotto del centro storico, è stato fin troppo facile urtare la suscettibilità di qualcuno. “Capisco che il fermarsi a dormire in una panchina può essere un problema che bisogna cercare di affrontare, ma non chiamiamola emergenza anche se dieci-quindici persone possono dormire per strada, e ci augureremmo che così non fosse”. Lo diceva il Cardinale Augusto Paolo Lojudice a Siena Tv il 2 settembre scorso, preannunciando l’ipotesi di organizzare uno spazio all’interno dell’area verde della Caritas in via Mascagni per ospitarli durante la notte.

Un’ipotesi che si è realizzata. Dove l’amministrazione comunale da sola è parsa subito in difficoltà, la rete civica dell’accoglienza si è mossa con energia e alla fine di settembre, proprio nei giorni della Summer School, è iniziato l’uso del dormitorio presso la Caritas. Lo ha permesso un protocollo d’intesa fra l’arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, il Comune di Siena, la Società della Salute senese e l’Arciconfraternita di Misericordia di Siena. Un esperimento che per ora va avanti fino al 31 ottobre 2022 e che prevede la messa a disposizione di circa 20 posti letto per cittadini migranti o richiedenti asilo. Una soluzione provvisoria ma sicuramente concreta.

Ecco, dunque, come questo corso della Summer School sia caduto a fagiolo qui a Siena anche se non si è soffermato solo sulle esperienze cittadine ma si è ampliato intorno a quelle regionali e nazionali. Accesso ai servizi, alla salute, al lavoro e all’abitazione erano fra i temi più dibattuti. Insomma se qualcuno pensa che l’Università vada in vacanza dopo la fine dei corsi a giugno e che riapra le porte a fine settembre per il nuovo anno didattico, non è così. Lo prova la “Summer School” che a Siena e in moltissimi altri atenei propone corsi intensivi su temi specifici proprio per il periodo in cui non ci sono i corsi di laurea.

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