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Netflix 2025 all'insegna della trasformazione con novità inedite

Le meraviglie dello streaming tra addii e audaci esperimenti narrativi, la nuova programmazione propone novità e sperimentazioni capaci di sorprendere.

Netflix 2025 all'insegna della trasformazione con novità inedite
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31 Gennaio 2025 - 20.15


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di Lorenzo Lazzeri

Il 2025 sarà un’annata di transizione per Netflix, in bilico tra addii di produzioni consolidate e il lancio di progetti ambiziosi. La piattaforma si prepara a chiudere alcune delle sue serie più popolari, tra cui Stranger Things e Squid Game, mentre amplia il catalogo di nuove produzioni con aggiunge alla programmazione.

Tra le più rilevanti figurano le opere di Guillermo del Toro, Kathryn Bigelow e Noah Baumbach, insieme a nuove serie gialle e thriller politici. Lo scopo dichiarato è quello di investire in titoli capaci di sorprendere, scegliendo storie che altri studi riterrebbero troppo particolari o fuori dagli schemi. Con più di 700 milioni di spettatori, l’imperativo è offrire la versione migliore di tutto, senza rinunciare alle sperimentazioni.

Netflix si congeda da Stranger Things, che concluderà la sua narrazione ambientata nell’autunno del 1987. I creatori, i fratelli Duffer, hanno paragonato la stagione a otto lungometraggi concatenati, con l’intenzione di concludere le trame ancora aperte e portare i protagonisti alla fine del loro percorso. Dal suo debutto nel 2016, la serie ha provato a riscrivere il linguaggio della serialità, rinsaldando l’interesse per la cultura pop anni ‘80 e creando una struttura narrativa che ha influenzato molteplici altre produzioni.

Squid Game, da parte sua, raggiunge la terza stagione con il suo protagonista Seong Gi-hun impegnato nel tentativo di scardinare l’organizzazione dietro il gioco. La produzione sudcoreana è stata spesso al centro del dibattito per la sua capacità di proiettare la riflessione sociale sul pubblico con un racconto ad alto impatto visivo. Dopo aver ridefinito il concetto di relazione tra pubblico e media in merito all’ intrattenimento globale, Netflix chiude questa avventura con un’ultima serie di episodi, mantenendo l’attenzione sulla brutalità delle competizioni e delle relative implicazioni morali.

Guillermo del Toro realizza il suo sogno con una sua rivisitazione del romanzo di Mary Shelly,  Frankenstein, un progetto che insegue da venticinque anni. L’opera si distacca dalle numerose trasposizioni precedenti, con un’indagine sul rapporto tra il creatore e la creatura. Il regista ha spiegato che la figura del mostro è entrata a far parte della sua visione artistica fin dall’infanzia, rendendo questa produzione un passaggio naturale e necessario della sua filmografia.

Kathryn Bigelow torna con un nuovo thriller con Idris Elba e Rebecca Ferguson. I dettagli sulla trama non sono ancora stati rivelati, ma la regista ha costruito la sua carriera su racconti di forte impatto, con una struttura tesa e una messa in scena sempre molto essenziale.

Ben Affleck e Matt Damon interpretano due agenti della narcotici in Rip, racconto ripreso da una storia vera. Diretti da Joe Carnahan, i due si trovano a dover gestire un’ingente somma di denaro e le conseguenze della loro scoperta, in una storia che esplora il confine tra legalità e convenienza personale.

Nel filone delle produzioni gialle e thriller, Zero Day vede Robert De Niro nei panni di un ex presidente degli Stati Uniti incaricato di indagare su una serie di attacchi informatici. La storia esplora i meccanismi della sicurezza nazionale e le dinamiche politiche che si sviluppano in un contesto di crisi.

The Residence, di Shonda Rhimes, introduce un nuovo scenario investigativo, ambientato alla Casa Bianca. Un delitto sconvolge gli equilibri dell’amministrazione, dando avvio a un’indagine che rivela alcuni altarini nascosti della vita politica.

Il noir si sviluppa in Black Rabbit, con Jason Bateman e Jude Law nel ruolo di due fratelli legati da un rapporto ambiguo, e in The Abandons, con Gillian Anderson al centro di un racconto ambientato nel 1850, dove la lotta per la sopravvivenza si intreccia con tensioni personali e politiche.

Nel panorama delle commedie, The Four Seasons di Tina Fey racconta l’evoluzione delle relazioni tra quattro amici nell’arco di un anno, mentre Jay Kelly, di Noah Baumbach, mette in scena una riconsiderazione sui valori e i rapporti familiari con George Clooney, Adam Sandler e Laura Dern.

Death By Lightning ricostruisce l’assassinio del presidente James Garfield attraverso il punto di vista del suo attentatore, interpretato da Matthew Macfadyen, mentre The Beast in Me approfondisce il confronto tra due personaggi interpretati da Claire Danes e Matthew Rhys.

Tra le produzioni più sperimentali figura Sirens, con Julianne Moore, che racconta il percorso di una donna la cui identità rimane incerta fino all’ultima scena.

Netflix continua a lavorare anche su documentari che esplorano figure e avvenimenti storici. Eddie si concentra sulla carriera di Eddie Murphy, uno degli artisti più influenti del cinema e della televisione americana. Katrina: Come Hell and High Water, diretto da Spike Lee, ricostruisce l’uragano Katrina e le conseguenze sociali e politiche del disastro, con un’indagine sulle responsabilità istituzionali.

La piattaforma appare muoversi in più direzioni, cercando sempre di bilanciare le produzioni, per destinarle a un pubblico vasto e inclusivo con contenuti sempre più mirati. L’investimento si concentra su prodotti che sfidano le convenzioni e cercano di distinguersi, come ribadito da Bela Bajaria, Responsabile dei contenuti di Netflix, lo studio mira a mantenere il controllo sullo sviluppo delle narrazioni, evitando di ripetere formule consolidate e stantie, lasciando spazio a nuove esperienze .

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