La teoria del riscaldamento globale che minaccerebbe la biodiversità sul nostro pianeta è sempre più reale. Il riscaldamento globale sta modificando profondamente gli ecosistemi della Groenlandia, trasformando i laghi in un inaspettato segnale d’allarme climatico.
Uno studio dell’Università del Maine, pubblicato su PNAS e basato su un decennio di osservazioni, ha evidenziato che circa 7.500 laghi della hanno mutato le loro proprietà fisiche chimiche e biologiche, iniziando a emettere carbonio a ritmi inediti dopo un autunno straordinariamente caldo e piovoso nel 2022. Questi cambiamenti, normalmente lenti e graduali, si sono verificati in pochi mesi, mettendo in crisi la biodiversità e alterando il ciclo del carbonio. Questo processo di deterioramento è riscontrato da lungo tempo ma negli ultimi anni si è intensificato in maniera esponenziale.
La professoressa di paleolimnologia ed ecologia lacustre presso la facoltà di biologia ed ecologia dell’Università del Maine, Jasmine Saros, ha constatato il rapido cambiamento dei laghi groenlandesi. Secondo la ricercatrice il mutamento dei laghi potrebbe essere dovuto al carbonio disciolto e allo scioglimento del permafrost che hanno aumentato la crescita dei batteri cambiando sapore, odore e colore dell’acqua, con il risultato di laghi marroni e meno limpidi. La minore quantità di luce che filtra nei bacini idrici adesso più opachi, riduce la biodiversità del plancton e inverte il ciclo del carbonio: invece di sequestrare l’anidride carbonica i laghi la rilasciano insieme ad altri elementi e ciò ha provocato nel 2023 un aumento delle emissioni del 350% dei gas serra.
Gli studi dell’Università del Maine dimostrano con forte evidenza i mutamenti fisici, chimici e biologici che avvengono con il cambiamento climatico nei paesi dell’Artico. È essenziale adottare misure urgenti per ridurre le emissioni di gas serra e proteggere questi fragili ecosistemi.
