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Non è il mondo che vogliamo

Riprendiamo dalla Rivista Edera questo commento e ne condividendo il contenuto.

Non è il mondo che vogliamo
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14 Giugno 2025 - 18.56


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Riprendiamo dalla Rivista Edera questo commento di Lorenzo Chiaro e ne condividiamo il contenuto.

Quando in quel 20 marzo 2003 gli Stati Uniti iniziarono il conflitto in Iraq probabilmente nessuno avrebbe pensato a una guerra con ripercussioni per più di venti anni. Oggi che siamo di fronte a nuovo scontro in Medio Oriente tra Israele e Iran, in aggiunta alle innumerevoli morti di Gaza, le sensazioni sono quelle di incredulità. Persone uccise e ferite. Palazzi distrutti e fuoco ovunque. Raggi luminosi nel cielo in mezzo a intere città. E fa effetto, o almeno dovrebbe farcelo. Come dovrebbe colpirci il sentimento di chiusura dei Paesi. Di nazionalismo, di identità geografica, di forza, con ideali che escludono “gli altri” o peggio, li attaccano.

Anche gli scontri a Los Angeles degli ultimi giorni ne sono una prova, con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che manda la guardia nazionale a sedare le manifestazioni contro i raid sull’immigrazione e la Dogana (ICE). Tremila è il numero di persone irregolari da arrestare al giorno secondo la presidenza. Questi sono gli ordini. Un clima teso in California, come prova l’arresto in manette del senatore democratico Alex Padilla dopo aver interrotto alzando la voce la conferenza stampa della segretaria Homeland Secuirty, Kristi Noem, a Los Angeles.

Il tempo va avanti, ma spesso l’umanità sembra fare passi indietro. Non si può certo generalizzare, ma non possiamo accettare che questa sia la direzione delle cose, lo sviluppo del prossimo futuro. Non è il mondo che vogliamo. E sui nostri telefoni dove possiamo trovare tutto, vorremmo vedere, per quanto amaro, un passato che sia un passato. E non un passato che si ripete, continuamente, in altre sembianze.

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