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BookCity: Pamuk riceve il sigillo della città di Milano

Orhan Pamuk riceve il Sigillo della città per la capacità di valorizzare le emozioni umane e creare legami tra mondi diversi

BookCity: Pamuk riceve il sigillo della città di Milano
in foto Orhan Pamuk
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redazione Modifica articolo

16 Novembre 2023 - 23.27


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“Nulla è più dolce di dolci parole e di ricevere un premio così bello”. Questa l’affermazione di un commosso Pamuk mentre riceve il Sigillo della città, diventando in parte milanese a sua volta. E’ infatti il sindaco, Giuseppe Sala, a conferirgli l’onorificenza durante la serata inaugurale della dodicesima edizione di BookCity, evento esteso dal 13 al 19 novembre per celebrare la lettura quale esperienza di valore.

Si tratta di un’iniziativa voluta dal Comune di Milano e dall’associazione BookCity della città, accanto alla più recente affiliazione di AIE (Associazione Italiana Editori). Ormai dal 2012 il Comitato Promotore chiama a raccolta tutti i rappresentanti coinvolti per la realizzazione di un evento condiviso, con il preciso obiettivo di mettere al centro di queste tre giornate i concetti di libro, lettura e lettori, veri protagonisti dell’identità cittadina e delle sue trasformazioni nel tempo. Sono promossi incontri, presentazioni, dialoghi, letture ad alta voce, mostre, spettacoli, seminari e molto altro ancora, senza rinunciare ad una serie di attività di promozione che prendono vita nel corso dell’intero anno, sotto il segno di un continuo rinnovamento dell’offerta culturale,spiega il presidente della manifestazione, Piergaetano Marchetti.

Dopo un commovente tributo ad Achille Muri, editore estremamente attivo all’interno del progetto e scomparso lo scorso gennaio, ecco che il celebre autore turco, nonché Premio Nobel per la letteratura 2006, fa la sua comparsa sul palco, dedicano una breve riflessione al tema di quest’anno: il sogno.

E chi meglio di lui può affrontare questa tematica? I sui libri dalle trame dense e complesse sono infatti spesso sospesi tra realtà e dimensione onirica, incentrandosi su personaggi disturbanti alle prese con difficili dinamiche relazionali ed identitarie, derivate dall’incontro-scontro tra Oriente ed Occidente. Il suo sguardo – sostiene Sala – è capace di vedere “la malinconia, i conflitti per costruire spazi in cui la diversità è il terreno fertile per nuove opportunità e non per divisioni. Per una cultura che si fa ponte come Milano incoraggia e valorizza”.

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