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Il Salone del Libro omaggia lo spagnolo, non un Paese: "La cultura non ha confini"

Una scelta politica e culturale per l'edizione 2019 dal 9 al 13 maggio. Il direttore Lagioia: polemiche sul marchio superate. Spazi più ampi

Il Salone del Libro omaggia lo spagnolo, non un Paese: "La cultura non ha confini"
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redazione Modifica articolo

6 Marzo 2019 - 16.12


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Il Salone del Libro di Torino edizione 2019 si terrà dal 9 al 13 maggio al Lingotto e con una scelta di politica culturale non ha come ospite d’onore un Paese come accadeva sempre ma una lingua che abbraccia più terre e continenti: lo spagnolo. Così ha detto in conferenza il direttore editoriale Nicola Lagioia nel presentare l’edizione numero 32. Esplicite le sue parole riportate dal web: “I Paesi hanno un confine, ma la cultura no. Abbiamo deciso di “ospitare” la lingua più parlata al mondo, lo spagnolo, che declineremo con un ampio programma pensato anche in collaborazione con l’Istituto Cervantes”. Ci sarà invece una Regione italiana ospite con un su stand: le Marche, che nella parte centro meridionale sono state duramente colpite dal terremoto del 2016 e quelle zone devono ancora risollevarsi e che intende rilanciarsi sul fronte culturale e del turismo.

Il filo conduttore scelto prende il titolo da un romanzo dello scrittore argentino Julio Cortazar, “Il gioco del mondo”. Ancora lo scrittore-direttore: “Cortazar ha fatto della mescolanza di culture la propria forza”, ricordando che è nato in Belgio, aveva genitori argentini, è stato in Europa, poi nella terra natale dei genitori, infine a Parigi. “Dei classici bisogna sempre parlare al presente, se non al futuro, un ponte tra due continenti e tra diverse culture”. E il tema è appunto che la cultura non deve avere muri, frontiere, barriere.

Tra gli scrittori ospiti ci saranno Fernando Savater, la giornalista e attivista russa Masha Gessen (vive a New York), Wole Soyinka, poeta, drammaturgo, Nobel per la Letteratura 1986, attivista, nigeriano di etnia yoruba. Il Salone ricorderà i cento anni dalla nascita Primo Levi (31 luglio 1919) con una sezione intitolata «Questo è un uomo) e il centenario dalla nascita di J.D Salinger ospitando il figlio dell’autore del Giovane Holden, Matt Salinger, attore e produttore.

Superate le polemiche, tornano tutti
“Finalmente possiamo lasciarci le polemiche alle spalle: il Salone del Libro è salvo, è la nostra casa comune, abbiamo riconquistato il marchio, possiamo festeggiare”, ha avvertito Lagioia riferendosi alle traversie, superate, sul marchio: l’associazione “Torino, La città del Libro” ha vinto l’asta del marchio del dicembre scorso e al posto della ormai ex Fondazione per il Libro.

Lagioia non lo dice ma allude anche alla presenza anche delle associazioni dei grossi editori che l’anno scorso avevano puntato su Milano per poi ricredersi perché Torino è stato un successone anche di pubblico (addirittura avevano dovuto le biglietterie il sabato perché avevano troppa gente in coda e dentro era pieno) mentre così non era andata per la fiera milanese.

Il Salone garantisce un rinnovamento degli spazi al Lingotto e 13mila metri quadri nuovi all’Oval che avrà un suo ingresso mentre resta quello storico del Padiglione 1.

Il sito ufficiale

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