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Jeffery Deaver: “Trump è inaccettabile per una democrazia”

Il creatore dell’investigatore Lincoln Rhyme presenta l’ultimo romanzo ricco di suspense, “Il Taglio di Dio”. E dai diamanti finisce a parlare della terribile politica del presidente Usa

Jeffery Deaver: “Trump è inaccettabile per una democrazia”
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26 Settembre 2018 - 11.43


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Rock Reynolds

Frequento Jeffery Deaver da vent’anni e mai mi era capitato di vederlo sconsolato quanto lo è adesso: la sua America non è il paese di cui, persino in momenti in cui molti di noi hanno espresso forti critiche versa la politica estera a stelle e strisce, è sempre andato fiero. Ma Deaver è il maestro incontrastato del thriller internazionale e, malgrado tutto, di fronte ai suoi lettori riesce a sdrammatizzare.
In Italia per promuovere il suo ultimo romanzo, Il Taglio di Dio (Rizzoli, traduzione di Rosa Prencipe, pagg. 525, euro 20), di fronte al suo pubblico e a un buon bicchiere di vino friulano, ritrova immediatamente il sorriso. Il Taglio di Dio è un nuovo capitolo della saga di Lincoln Rhyme, probabilmente l’investigatore di maggior successo degli ultimi vent’anni, dopo figure iconiche della storia del noir, come Hercule Poirot, Nero Wolfe, Sherlock Holmes.
“Così è nato Lincoln Rhyme, poliziotto svantaggiato”
“Quando ho creato Lincoln Rhyme, ho pensato che il pubblico fosse stanco del classico ‘action hero’, insomma del poliziotto dal fisicaccio che, mentre sta per soccombere sotto i colpi del cattivo di turno, ha un improvviso colpo di genio e si ricorda di essersi nascosto una pistola su una caviglia; oppure, peggio ancora, ha un ritorno inaspettato di memoria e si rammenta che suo padre, all’età di cinque anni, gli aveva insegnato un’infallibile mossa di karate. A me è sempre parso un espediente davvero banale, poco credibile. Io volevo una figura più umana, un individuo in cui la gente comune potesse immedesimarsi, un personaggio che, al contrario degli stereotipi del genere, partisse svantaggiato. Ecco come è nato Lincoln Rhyme, tetraplegico e quindi non certo portato a battersi sul terreno preferito dai suoi avversari: è con la mente, con il ragionamento che Lincoln se la deve sbrigare. Lincoln Rhyme è essenzialmente cervello e cuore, un po’ come li siamo tutti noi. Credo che in questo stia il suo successo. Ho messo insieme alcuni aspetti di investigatori celebri come Sherlock Holmes e Nero Wolfe, non certo noti per la loro prestanza fisica.”
Chi ha amato Lincoln Rhyme e le sue indagini non potrà non appassionarsi a questa sua nuova avventura. A giudicare dal successo che il libro appena uscito sul mercato sta avendo, ho la sensazione che Jeffery Deaver possa guadagnarsi qualche lettore in più. Il Taglio di Dio è la classica storia a la Deaver: una trama congegnata con la precisione di un sofisticato meccanismo a orologeria, un ritmo forsennato, stracarico di sorprese e colpi di scena, una suspense portata al parossismo, una tensione narrativa in grado di far boccheggiare i lettori. L’ambientazione, stavolta, è l’oscuro mondo dei venditori e tagliatori di diamanti. Nel Distretto dei Diamanti di New York, un maestro tagliatore, Jatin Patel, giace privo di vita sul pavimento del suo laboratorio, accanto ad altri due cadaveri, due promessi sposi finiti nel posto sbagliato al momento sbagliato. Insomma, sembra trattarsi di una rapina andata male. Ma nei romanzi di Jeffery Deaver è raro che la realtà sia quella che sembra: non sono state sottratte pietre preziose e, dunque, dietro il triplice omicidio si cela una realtà più complessa e inquietante. Quando uno strano personaggio, presto ribattezzato il Promittente dai media, rivendica le uccisioni attraverso deliranti messaggi alla stampa, Lincoln Rhyme e la sua partner Amelia Sachs si rendono conto di doversi superare per risolvere il caso.
“I diamanti metafora della vita”
“Io a New York ho vissuto lungamente, ma ho voluto visitare di persona il Distretto dei Diamanti per capire meglio di che tipo di ambiente si tratti. Il diamante di per sé è un ottimo espediente narrativo perché ho sempre pensato che rappresenti una metafora della vita: nella storia è stato persino oggetto di culto, in quanto entità perfetta e pura, è divenuto importante merce di scambio e, naturalmente, ha finito per essere motivo di invidia e fonte di conflitti. Per non dire nulla della situazione sociopolitica di molti dei paesi in cui lo si estrae. Oggi, peraltro, i diamanti potrebbero diventare un importante ago della bilancia della politica internazionale. Non a caso, la Russia ne sta ammassando un enorme quantitativo. L’avidità che associamo comunemente al possesso di diamanti è l’ennesimo elemento che ha ispirato la mia scelta. Aggiungo che, quando la mia partner ha scoperto che sarei andato a New York per documentarmi in vista di questo romanzo e, soprattutto, quando si è resa conto che non le avrei regalato un bel diamante, ci è rimasta alquanto male.”
Chi pensa che Deaver, in quanto maestro del mistero e della suspense, non possa ridere di sé e del mondo è del tutto fuori strada. Malgrado gli oltre trenta milioni di libri venduti in tutto il mondo, resta un uomo con i piedi saldamente sul terreno, una persona sempre disponibile con i lettori. Anche questa sua naturale amabilità ne ha decretato il successo. Ma, ovviamente, l’originalità della figura di Lincoln Rhyme e la freschezza della sua assistente e partner Amelia Sachs hanno fatto il resto.
“I miei protagonisti si adattano ma non cambiano”
“Ogni tanto, mi sento chiedere se Lincoln e Amelia sono cambiati nell’ultimo ventennio. La risposta è semplice: no. Ai miei lettori piacciono come sono e non avrebbe senso sottoporli a un cambiamento. Ovviamente, un personaggio per essere credibile nel tempo deve mostrare qualche adattamento alle situazioni contingenti, qualche crepa nella facciata di perfezione che sembra avere, e Lincoln nelle sue ultime avventure ha fatto sostanzialmente pace con la sua condizione. Allo stesso modo, Amelia è meno angosciata di quanto la fosse nei primi episodi. Lincoln è puro cervello, un cervello fine che ha bisogno di un alter ego fisicamente più prestante. Ecco perché lui e Amelia si integrano perfettamente: Amelia è dinamica, non può stare ferma, è gli occhi, le gambe e le braccia di Lincoln.”
Ne Il Taglio di Dio si parla del mondo dei diamanti, così come in precedenti capitoli della saga Jeffery Deaver ha affrontato altre tematiche di attualità più o meno stringente, per esempio l’immigrazione clandestina cinese negli Stati Uniti (La scimmia di pietra), l’uso degli omicidi mirati di presunti nemici da parte del governo americano (La stanza della morte), di furto di dati personali sensibili da agenzie di raccolta (La finestra rotta).

“Trama mozzafiato e qualche informazione”
“Ho scoperto che i miei lettori chiudono un mio romanzo con maggior soddisfazione se, oltre alla mia classica trama mozzafiato e ai conflitti interpersonali tra i vari protagonisti, io inserisco di qua e di là informazioni su argomenti che, magari, non sono di pubblico dominio. L’importante è non esagerare, per evitare che un eccesso di informazioni appesantisca la narrazione e pregiudichi quello che è lo scopo finale del mio libro: una gradevole ed emozionante esperienza di lettura.” In effetti, Jeffery Deaver è maestro non solo della suspense ma pure dell’efficienza: sa dosare le giuste informazioni.
In passato, Deaver ha quasi sempre evitato di affrontare le grandi questioni della politica internazionale e, soprattutto, americana, rispondendo in maniera più o meno elusiva alle eventuali domande che gli venivano poste o, semplicemente, dichiarando di non essere un reporter e, tanto meno, un analista politico. Quest’anno sembra che proprio non riesca a trattenersi dal fare riferimento all’attuale amministrazione del suo paese.
“Trump inaccettabile per un paese democratico”
“Preferisco non parlare della politica americana e, certamente, non intendo fare nomi…” dice, guardandosi intorno con un sorriso sornione. “Quindi non nominerò il nostro presidente o chi gli sta intorno. Certo che non riconosco più il mio paese. Le cose che Trump” – si guarda di nuovo intorno, stavolta abbandonandosi a un aperto ghigno – “dice e fa sono davvero inaccettabili per una nazione che si senta e si professi realmente democratica. Donald Trump è un pessimo elemento a cui fino a questo momento è stato concesso di dire e di fare cose che a nessun altro sarebbero state consentite. È l’incarnazione di un pensiero retrogrado che ha finito per spaccare il paese in due, al punto che di questi tempi in America è impossibile parlare di politica senza che si accenda una discussione animatissima. C’è gente che lo idolatra e che non accetterà mai di metterlo in discussione. La sua scelta di farsi beffe dei cittadini più deboli, soprattutto dei disabili e delle donne, è inscusabile. Molti lo amano perché dice qualsiasi cosa gli passi per la testa e perché si professa un paladino delle categorie deboli che risultano le prime vittime delle sue scelte politiche. Molti confondono la sua presunta impulsività per autenticità. Avrete capito che non l’ho votato, malgrado alcune sue decisioni di politica economica siano tornate vantaggiose per chi, come me, è economicamente più fortunato della media. Sapevo che avrebbe favorito i più abbienti, ma non l’ho votato ugualmente per scelta etica. Altrettanto inaccettabile è il suo atteggiamento nei confronti delle minoranze etniche. La sua decisione di separare i figli degli immigrati messicani dalle famiglie è assolutamente inumana.”
Chissà che a salvarci siano ancora una volta la bellezza, l’arte, la creatività. Jeffery Deaver si considera un artigiano, non un artista, ma un suo romanzo, per esempio Il Taglio di Dio, potrebbe essere un’evasione intelligente dalle brutture della quotidianità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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