Secondo mandato per Von del Leyen: una vittoria risicata e un clima teso | Culture
Top

Secondo mandato per Von del Leyen: una vittoria risicata e un clima teso

Ursula Von der Leyen viene confermata nuovamente come Presidente della Commissione europea, con una vittoria fragile, un clima conflittuale e una maggioranza sempre più instabile.

Secondo mandato per Von del Leyen: una vittoria risicata e un clima teso
Preroll

laboratorio Modifica articolo

16 Dicembre 2024 - 13.08


ATF

Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il Laboratorio di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.

di Paolinelli Margherita

Con una vittoria piuttosto fragile, é stato confermato dal parlamento europeo il secondo mandato di Ursula von der Leyen come Presidente della commissione europea. La vittoria, che peró risulta essere esigua, con 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astenuti, si posiziona all’ultimo posto nei risultati ottenuti fino ad ora a Strasburgo. Lo si poteva dedurre dall’atmosfera particolarmente tesa dell’ultimo periodo, in cui sono stati molti i conflitti tra i gruppi politici e quelli dovuti alle elezioni in alcuni paesi, tra cui la Spagna, oltre alle numerose divergenze interne tra i  partiti che sostengono la commissione.

Non si è infatti ripetuto lo stesso scenario di luglio, che aveva visto von der Leyen essere riconfermata come presidente dell’esecutivo di Bruxelles, ottenendo maggior sostegno con ben 401 voti a favore.

Il rovesciamento di questo quadro lo si deve in parte ai risultati delle elezioni di giugno, che avevano provocato un generale indebolimento dei gruppi della maggioranza, in particolare due sono i protagonisti in questo contesto: Teresa Ribera, suggerita per occuparsi della transizione ecologica e la concorrenza e Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo per le riforme e la coesione. I due sono stati difesi dalla von der Leyen, che riferendosi a Ribera ha affermato: “È ben preparata per garantirci una politica di concorrenza moderna a sostegno delle nostre ambizioni. È una vera e devota europea”. Di Fitto si è intestata, invece, l’operazione dichiarando: “È una scelta che ho fatto io. Anche perché so quanto sia vitale dare alle regioni l’importanza politica che meritano”.

L’intento di questa operazione, poi non riuscita, ha dichiarato ufficialmente Manfred Weber, leader di Ppe, era quello di accaparrarsi il favore di una maggioranza che andava dai Verdi, fino a Fratelli d’Italia. In seguito al fallimento di questa operazione il risultato è stato sconvolgente, tanto che anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha esitato nell’annunciare i risultati delle votazioni.

Sono state molte le defezioni, in particolare solo tra la maggioranza, composta da Ppe, S&d, Renew e Verdi, la von der Leyen ha ricevuto 69 voti contrari e 32 astenuti. In particolare i Verdi si sono divisi a metà, con 27 voti a favore, 19 contrari e 6 astenuti, i socialisti hanno invece apportato 90 voti a favore, 25 contrari e 18 astenuti e i popolari invece 151 a favore, 25 contrari e 2 astenuti. I Renew si sono contraddistinti per essere i più fedeli con 67 a favore e 6 astenuti.  Al di fuori della maggioranza sono stati solamente i conservatori a dare dei voti a favore, al contrario di Patrioti, Sovranisti e Sinistra che invece sono stati unanimi sul no.

La von der Leyen si è comunque mostrata positiva nonostante tutto, affermando: “Oggi è un buon giorno per l’Europa perchè questo voto dimostra che il centro tiene. Sono molto grata per la fiducia espressa dal Parlamento al nuovo Collegio. Ci consente di iniziare ora, il primo dicembre. Siamo impazienti di partire. Ed è fondamentale, perchè il tempo stringe. Affrontiamo sfide politiche significative all’interno della nostra Unione, ai nostri confini e nel nostro vicinato. Dobbiamo rafforzare la nostra competitivita’. E l’impatto del cambiamento climatico si fa sentire sempre più fortemente”.

Nella sua presentazione aveva annunciato una Bussola per la competitività basata sul rapporto di Mario Draghi e da costruire basandosi su 3 pilastri: colmare il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina, un piano congiunto per la decarbonizzazione e la competitività e aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze. Ha affermato di voler mantenere il suo impegno per raggiungere gli obiettivi del Green deal. Inoltre ha affermato la volontà di tenere un dialogo per quanto riguarda il settore delle auto, oltre ad aver dichiarato di voler impegnarsi maggiormente nel settore della difesa.

Una volta formata la Commissione, i vari gruppi politici hanno iniziato nuovamente a discutere, in particolare i Verdi e i socialisti accusano il Ppe di essersi chiusi nei confronti dei Verdi, aprendosi invece alla destra. Nel frattempo quest’ultima vorrebbe una maggioranza diversa. Verdi, liberali e socialisti attaccano Fitto, definendolo post-fascista e i popolari si scagliano contro la Ribera, senza perdonarla. Tutti questi conflitti non fanno altro che mantenere la maggioranza instabile, senza migliorare in alcun modo la situazione.

Native

Articoli correlati