Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il Laboratorio di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.
di Petra Fontanelli
La voce degli studenti si fa sentire a Roma, dove gli studenti dell’Università La Sapienza hanno deciso di occupare il tetto della Facoltà di Lettere per protestare contro la guerra e le politiche del governo. Con lo slogan “Contro la guerra, tagli e riforma Bernini”, il gruppo ha voluto esprimere il proprio dissenso su diversi fronti: dalla crescente escalation bellica al sistema di riforme accademiche promosse dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.
Sulla facciata della Facoltà è stato esposto uno striscione che recita: “Israele ci porta alla guerra. Fermare Escalation”, che evidenzia la preoccupazione per l’attuale crisi geopolitica e il coinvolgimento internazionale nei conflitti. La scelta dello slogan manifesta una critica netta verso l’aumento delle tensioni belliche e il ruolo percepito del governo italiano nella gestione delle alleanze strategiche.
All’ingresso della Facoltà, gli studenti hanno anche installato una sagoma a forma di asino, con sopra la scritta “ministra Bernini”, un gesto ironico ma provocatorio per criticare le riforme accademiche ritenute penalizzanti per il mondo universitario.
La mobilitazione, che si inserisce in un contesto di crescenti proteste studentesche in tutta Italia, vuole sottolineare il disagio per i tagli al settore dell’istruzione, percepiti come ulteriori ostacoli per il futuro degli studenti già di per sé incerto; inoltre, la manifestazione denuncia la militarizzazione del discorso politico e il rischio di escalation nei conflitti internazionali.
È stata prevista un’assemblea per le 18.00 che mira a coinvolgere un numero maggiore di studenti e a organizzare azioni di protesta più ampie, rivendicando il diritto di essere ascoltati su temi che riguardano il futuro dell’università e della società. Gli organizzatori sottolineano che il loro obiettivo è creare un dibattito aperto e inclusivo, che metta al centro i valori di pace e giustizia sociale.
Il clima che si respira all’interno della mobilitazione è di forte indignazione, ma anche di determinazione nel voler contrastare politiche considerate inique e poco lungimiranti. Gli slogan e le installazioni visibili fuori dalla Facoltà sono un chiaro segnale del desiderio degli studenti di rompere il silenzio e spingere l’opinione pubblica a riflettere sulle scelte del governo, sia in campo accademico che internazionale.
L’occupazione simbolica del tetto e i messaggi esposti rappresentano non solo un atto di protesta, ma anche un tentativo di attirare attenzione su temi che vengono spesso trascurati o affrontati in modo superficiale.