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“Restituzioni 2025”: a Roma il grande racconto dell’Italia che salva la sua arte

Una mostra dedicata alla restaurazione di opere storiche per riaffermare il dialogo culturale tra istituzioni e comunità.

“Restituzioni 2025”: a Roma il grande racconto dell’Italia che salva la sua arte
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5 Ottobre 2025 - 19.04


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Torna a Roma, dal 28 ottobre 2025 al 18 gennaio 2026, Restituzioni, l’edizione XX della mostra dedicata ai capolavori dell’arte italiana rinati grazie al programma di tutela e valorizzazione promosso da Intesa Sanpaolo in collaborazione con il Ministero della Cultura.

L’esposizione, allestita al Palazzo delle Esposizioni sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, rappresenta il culmine della XX edizione del progetto, un’iniziativa che da oltre trentasei anni unisce ricerca, restauro e impegno civile per la salvaguardia del patrimonio artistico nazionale. La XX edizione coinvolge tutto il territorio italiano, con opere provenienti da 35 secoli di storia, dall’antichità al contemporaneo, offrendo un ampio panoramadel patrimonio artistico del nostro Paese.

L’esposizione, prodotta e organizzata da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo, e promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, presenta il risultato dei restauri di 117 opere provenienti da tutta Italia.

Le opere sono state selezionate da Intesa Sanpaolo insieme a 51 enti di tutela (soprintendenze, direzioni regionali musei nazionali e usei autonomi) e appartengono a 67 enti proprietari, tra musei pubblici e diocesani, chiese, luoghi di culto e siti archeologici. La curatela scientificia è affidata a Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco e Carlo Bertelli.

La mostra, oltre a presentare manufatti provenienti da tutte le regioni italiane, si distingue per una collaborazione internazionale tra l’ltalia e il Belgio con il recupero del “Retablo”, opera dell’Institut Royal du Patrimoine Artistique di Bruxelles.

Le opere restaurate in mostra portano la firma di artisti celebri come Giovanni Bellini, Bartolomeo Vivarini, Giulio Romano, Battistello Caracciolo, Luca Giordano, Mario Sironi e Pino Pascali. Molte di esse rappresentano la ricchezza del patrimonio artistico italiano e per alcune sono stati eseguiti interventi di restauro peculiari per tecnica e metodologia.

Tra i pezzi più curiosi figurano la spinetta di Antegnati di metà Cinquecento, la draisina ottocentesca da Gallarate (VA), l’arco da samurai e la barca siamese dal Castello Ducale di Agliè (TO), la barca cucita di oltre quattro metri dal MAN di Adria (RO), due abiti in stile Charleston da Roma, la pianeta e la stola di manifattura messicana in penne di colibrì, il letto in osso di età romana da Chieti e il grande Reliquiario a tabella da Serra San Bruno (VV).

Per ragioni conservative non saranno esposte due grandi opere bresciane: il “Martirio di San Vitale” di Sebastiano Ricci (chiesa di San Vitale a Seniga) e “La Vergine che intercede presso Dio per la liberazione delle anime purganti” di Andrea Celesti (chiesa di San Giovanni di Mura a Palazzolo sull’Oglio).

Anche il Cavallo colossale di Antonio Canova, imponente scultura in gesso custodita nei Musei Civici di Bassano del Grappa, è stato restaurato in occasione di questa XX edizione.

L’opera, ricomposta dopo lo smembramento avvenuto negli anni Sessanta, fungerà da trait d’union tra la mostra romana e l’esposizione che le Gallerie d’Italia di Milano dedicheranno nell’autunno 2025 all’età napoleonica, “Eterno e Visione. Roma e Milano capitali del Neoclassicismo”.

Un ulteriore restauro monumentale riguarda gli affreschi nell’abside della chiesa di Santa Maria foris portas presso il Parco Archeologico di Castelseprio, raffiguranti scene dell’infanzia di Cristo tratte dai Vangeli apocrifi. L’intervento ha permesso anche una mappatura completa dello stato di conservazione del ciclo pittorico.

Dal 1989 Intesa Sanpaolo, con cadenza triennale, collabora con gli enti ministeriali per individuare opere appartenenti a musei pubblici, privati, ecclesiastici e archeologici in tutto il Paese, seguendo il criterio di valorizzare l’identità dei territori attraverso interventi di restauro.

L’obiettivo è recuperare beni rappresentativi della varietà del patrimonio storico-artistico italiano, sia per epoca che per materiali e tecniche: pittura su tavola e tela, affreschi, mosaici, sculture in marmo o pietra, bronzi, manufatti tessili e oreficeria. Al termine dei restauri, le opere vengono esposte in una mostra organizzata da Intesa Sanpaolo, dove il pubblico può apprezzare i risultati degli interventi.

In 36 anni di attività sono oltre 2.200 le opere “restituite” alla collettività, spaziando dall’archeologia all’oreficeria, dalle arti plastiche a quelle pittoriche. Numerosi musei, siti archeologici e chiese hanno beneficiato dei restauri, così come moltissimi laboratori sparsi in tutto il Paese, impegnati nella conservazione dei tesori italiani.

Tra i restauri monumentali più noti realizzati negli anni figurano i mosaici pavimentali paleocristiani della Basilica di Aquileia, gli affreschi di Lanfranco nella Cappella del Tesoro di San Gennaro nel Duomo di Napoli, quelli di Altichiero e Avanzo nella Basilica del Santo a Padova, il portale in bronzo della Basilica di San Marco a Venezia, gli affreschi di Stefano Fiorentino dell’Abbazia di Chiaravalle milanese, le vetrate rinascimentali di Santa Maria del Fiore a Firenze, la Casa Manzoni di Milano e la Cena di San Gregorio Magno di Paolo Veronese a Vicenza.

Tra i più recenti si ricordano il monumento in marmo raffigurante la Madonna del Parto di Jacopo Sansovino nella Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio a Roma e gli affreschi di Girolamo di Romano, detto il Romanino, nel Duomo Vecchio di Brescia.

Oltre al progetto Restituzioni per la salvaguardia del patrimonio pubblico, Intesa Sanpaolo svolge un’importante attività culturale attraverso la valorizzazione, a livello nazionale e internazionale, del proprio patrimonio storico.

In particolare, attraverso i musei delle Gallerie d’Italia a Milano, Napoli, Torino e Vicenza, la banca promuove iniziative di condivisione con la collettività.

Queste attività rientrano nel piano triennale Progetto Cultura, che comprende mostre, incontri, attività didattiche e formative, oltre a collaborazioni con importanti istituzioni culturali.

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