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"The Teacher", al cinema il film sulla resistenza in Cisgiordania

E' la storia di una maestra palestinese che, rischiando la vita, unisce la sua resistenza politica con l'affetto verso un suo studente. La regista è Farah Nabulsi, già candidata all'Oscar

Fonte: ansa.it
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9 Dicembre 2025 - 18.15


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E’ la resistenza in Cisgiordania il tema cruciale di The Teacher, regia di Farah Nabulsi, che sarà in sala da giovedì 11 dicembre. Presentato Fuori Concorso alla 43/a edizione del Torino Film Festival e distribuito da Eagle Pictures, racconta la storia di un docente palestinese (Saleh Bakri) che tenta di unire la sua resistenza politica, mettendo a rischio la sua vita, sostenendo affettuosamente un suo studente (Muhammad Abed El Rahman), il quale potrebbe intraprendere una relazione con una volontaria (Imogen Poots).

Un uliveto viene bruciato nell’area di Nablus per mano dei coloni e un palestinese viene ucciso, stravolgendo l’intera vicenda. D’altro canto c’è Simon, avvocato ebreo americano di classe abbiente, che fa di tutto per ritrovare suo figlio, un militare dell’Idf in ostaggio che si trova nascosto a Nablus da alcuni palestinesi.

Farah Nabulsi, candidata all’Oscar per il cortometraggio The Present, ha sostenuto a Torino: “Sebbene sia nata, cresciuta e abbia studiato nel Regno Unito, a Londra, il mio sangue, la mia eredità è molto palestinese, e le mie esperienze dirette viaggiando nella Palestina occupata negli ultimi anni mi hanno davvero aperto gli occhi sull’ingiustizia e sulla discriminazione che vi si verificano, e su quanto tutto ciò sia sistematico e istituzionalizzato”.

E ha proseguito: “Volevo entrare di più nei dettagli, esplorare le condizioni reali, le esperienze e le emozioni che spingono una persona a fare certe scelte e intraprendere certe azioni. Come accade appunto al nostro protagonista Basem, al suo studente Adam e, infine, anche a Simon, il cui figlio è scomparso. La mia intenzione con questo film era portare il pubblico in un viaggio intenso ed emotivo all’interno di quelle vite e di quelle esperienze, nella speranza di lasciare gli spettatori a riflettere sulle scelte e decisioni che i personaggi compiono e sulla crudele realtà in cui sono costretti a prenderle”.

Rispetto al conflitto a Gaza ha evidenziato: “Dopo il 7 ottobre la situazione è anche peggiorata e i coloni sono diventati ancora più violenti. Per fortuna, però, Gaza ha creato un’attenzione anche verso il dramma della Cisgiordania che prima non c’era”.

La produzione del film è affidata a Cocoon Films, Native Liberty Productions e Philistine Films, in coproduzione con Louverture Films, Bertha Foundation, Metafora Production e Dear Gaia Films.

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