Il complesso museale di Santa Maria della Scala di Siena ha deciso di riordinare le proprie sale, concentrandosi sulla figura dell’artista Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, a più di 600 anni dalla sua nascita. Il nuovo allestimento e già accessibile da ieri fino al 29 marzo 2026.
Torna al centro del percorso del museo il Pellegrinaio, che è stato liberato da allestimenti invasivi, così da permettere di ammirare meglio il ciclo monumentale di affreschi che racconta la storia dell’ospedale. Nella parte sinistra si trova la Visione del beato Sorore (1441) del Vecchietta, sua prima opera firmata, che narra la fondazione dell’antico ospedale.
La Sagrestia Vecchia ritrova la sua funzione di reliquiario architettonico, proprio come l’aveva concepita l’artista tra il 1445 e il 1449. Affrescata con il Credo apostolico lungo la lunetta della sala, è ora di nuovo leggibile senza ostacoli visivi. L’Arliquiera, cioè l’armadio ligneo dipinto sempre dal Vecchietta nel 1445 per custodire le reliquie, ritrova la sua collocazione all’interno della Sagrestia Vecchia, vicino a quella originaria.
Infine, il Cristo in bronzo (1446), realizzato dall’artista per la sua cappella funebre, oggi situato sull’altare maggiore della chiesa della Santissima Annunziata, sarà per la prima volta osservabile da vicino grazie a una nuova struttura architettonica.
Il progetto è promosso dal Comune di Siena, nato da un’idea di Cristiano Leone, presidente della Fondazione Santa Maria della Scala, e curato da Giulio Dalvit, Associate Curator alla Frick Collection di New York. Fa parte dell’iniziativa anche la pubblicazione della prima monografia critica dedicata all’artista dal 1937, sempre a cura di Giulio Dalvit, intitolata Vecchietta, disponibile sia in italiano che in inglese, che ripercorre l’intera opera dell’artista.