Ghali, cantante milanese di origini tunisine, parla chiaro in un lungo post sui social, attaccando i rapper italiani che non si schierano apertamente sulla tragedia di Gaza: “Il rap è ufficialmente morto”, dice. “Il silenzio dei rapper ha ucciso il genere. Qualsiasi artista che millanta di essere un rapper e usa un sacco di parole per riempire le strofe ma non dice un cazzo sulla Palestina non può definirsi tale”.
E ancora: “Supportare la Palestina è un onore che non tutti possono avere”. Ma che hanno avuto milioni di italiani. Ghali divide in tre categorie chi non si espone: “1) Non vi interessa, non è nel vostro algoritmo, non sapete ‘come sono andate le cose’, avete un’idea confusa su chi siano i cattivi e i buoni ormai da decenni o pensate che sia una questione che appartiene solo a una specifica etnia, lontana dalla vostra”; “2) Sostenete il genocidio e sì, sostenerlo vuol dire anche semplicemente non schierarsi. Qui c’entriamo tutti. Ma, come ogni volta, sarà troppo tardi quando lo capiremo”; “3) Avete paura di perdere soldi, posizione e lavoro”.
L’artista esprime poi la sua soddisfazione per l’impegno di milioni di cittadini: “L’Italia è attiva. L’Italia è in piazza e la Flotilla passerà alla storia. Le persone che si sono imbarcate per far valere il diritto internazionale, per portare aiuti a Gaza, le persone che scendono in piazza e perdono giornate di lavoro, non sono da attaccare o ridicolizzare, sono da proteggere perché stanno compiendo l’azione più concreta finora e rappresentano la speranza”.
L’ultima battuta è per i politici “complici di un genocidio. Ma sono certo prima o poi il conto arriva”.
Nelle stesse ore anche Clementino ha espresso così il suo pensiero: “Dedicato a tutti i Rapper italiani, i ‘cosiddetti rapper delle classifiche’ che non hanno detto una sola parola sul genocidio a Gaza: Mettiteve Scuorno. E voi sareste rapper? Lo sapete sa vuol dire essere rapper? Vuie non sapit nu cazz. Millantate la parola Hip Hop. Potete avere tutti i platini del mondo, tutte le collane d’oro del mondo, andare alle vostre sfilate di moda da sfigati, ma non siete nulla. Non siete rapper Sit Munnezz!”.