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Stop all'oblio con i 6000 audiovisivi del Piccolo Teatro pronti a diventare pubblici

Il patrimonio storico delle arti performative entra nell'era digitale. Un'operazione di riordino e tutela garantisce che le opere dei grandi registi italiani siano fruibili al futuro in linea con le priorità europee

Stop all'oblio con i 6000 audiovisivi del Piccolo Teatro pronti a diventare pubblici
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26 Settembre 2025 - 20.10


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di Lorenzo Lazzeri

L’enorme archivio audiovisivo del Piccolo Teatro di Milano sarà riordinato, conservato e digitalizzato. Oltre seimila materiali che documentano la storia del primo teatro stabile italiano, incluse le produzioni di Giorgio Strehler e Luca Ronconi, saranno gestiti dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Archivio Nazionale Cinema Impresa di Ivrea, grazie a un accordo con la Fondazione Guelpa. L’iniziativa, nota come progetto “L’Archivio in scena”, va ad inserirsi in una più vasta e urgente strategia per la digitalizzazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, ampiamente supportata a livello europeo.

I documenti, una volta a Ivrea, si uniranno a fondi già esistenti, come MiTo – Settembre Musica, l’archivio Edoardo Fadini (su Living Theatre e Carmelo Bene) e il fondo video Olivetti. Tra le testimonianze ci sono elementi rari e specifici, come la registrazione audio di Vita di Galileo di Brecht (regia Strehler, stagione 1962-63) e le prove di Opera da tre soldi (1955-56). L’archivio include anche il video delle prove di Anima buona di Sezuan (1995-96) di Brecht, oltre alla documentazione storica di Arlecchino servitore di due padroni.

Immagine dalla "Vita di Galileo" di Bertold Brecht

Immagine ripresa da “La vita di Galileo” di Bertold Brecht

Il direttore generale del Piccolo Teatro, Lanfranco Li Cauli, e il direttore artistico, Claudio Longhi, hanno spiegato come il progetto sia volto a colmare il divario tra l’evento teatrale effimero e la sua memoria. L’obiettivo, perseguito “con il rigore di una ricerca appassionata e una tecnologia pionieristica”, è sottrarre all’oblio e rendere accessibile, sia fisicamente che online, una porzione essenziale del patrimonio storico del teatro.

L’operazione del Piccolo Teatro non è un caso isolato, ma si allinea a un impegno continentale per la conservazione della memoria teatrale. La digitalizzazione è una priorità strategica in tutta Europa, supportata da fondi e strumenti sovranazionali, a partire dalla piattaforma Europeana, il cui obiettivo è la creazione di uno spazio comune europeo dei dati nel settore della cultura entro il 2030.

Iniziative come Eclap (European Collaborative Lab for Performing Arts) hanno già stabilito le basi per le “buone pratiche” nella creazione di una biblioteca digitale europea dello spettacolo. La strategia di digitalizzazione sta trovando applicazione in varie forme: in Italia e all’estero, progetti come la digitalizzazione dell’archivio sonoro del Teatro Regio di Parma o del vasto Archivio “Aggeo Savioli” si focalizzano sulla salvaguardia di materiali audio e documentali.

Altri, come il progetto europeo Aura, utilizzano tecnologie avanzate per creare “gemelli digitali” dell’architettura dei teatri storici, mentre studi accademici impiegano le Digital Humanities per mappare la circolazione e l’influenza di fenomeni teatrali in Europa. L’accordo per “L’archivio in scena” è un elemento di grande importanza in questa serie di sforzi, integrando e valorizzando le iniziative esistenti, poiché assicura che le produzioni che hanno definito il teatro italiano vengano preservate con attenzione e rese consultabili in futuro.

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