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A Londra l'Italia si distingue per l'astrofotografia

Annunciati i vincitori dell'Astronomy Photographer of the Year. Marcella Giulia Pace e Daniele Borsari premiati, Fabian Dalpiaz riceve menzione speciale.

A Londra l'Italia si distingue per l'astrofotografia
“The Trace of Refraction", scatto di Marcella Giulia Pace. La foto è stata scattata in località Contrada Sant’Ippolito a Modica. Crediti: Marcella Giulia Pace
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13 Settembre 2025 - 15.27


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Considerato il riconoscimento più prestigioso al mondo dedicato all’astrofotografia, il concorso è promosso dal Royal Observatory Greenwich insieme al National Maritime Museum. La sua fama deriva anche dal Royal Museums Greenwich, complesso museale tra i più importanti del mondo per ciò che riguarda l’astronomia, la fotografia e la divulgazione scientifica, che cura la competizione. Sono infatti proprio astronomi, fotografi e divulgatori di fama internazionale a giudicare le immagini in gara.

Quest’anno ad aver attirato l’attenzione è stata la fotografia “The Andromeda Core” dei fotografi Weitang Liang, Qi Yang e Chuhong Yu, che hanno catturato il nucleo della galassia di Andromeda utilizzando un telescopio a lunga focale.

Anche tre italiani si sono messi in mostra durante l’evento, il bergamasco Daniele Borsari, la siciliana Marcella Giulia Pace e Fabian Dalpiaz che ha ricevuto una menzione speciale nella categoria ‘Skyscapes’. Borsari ha vinto il premio per i Giovani astrofotografi con lo scatto “Orione, la Testa di Cavallo e la Fiamma” in H-Alpha, mentre Pace si è distinta nella sezione “Our Moon” con la fotografia “The Trace of Refraction”, una cristallizzazione del fenomeno della rifrazione atmosferica.

“La mia foto, scattata il 7 aprile 2024 in contrada San Ippolito a Modica, è una sequenza di sottili falci lunari mentre la Luna sorge dall’orizzonte marino: un moon trail”, commenta Pace, già nota specialmente sui social per le sue astrofotografie pubblicate dalla Nasa. “Ho intitolato la fotografia ‘La traccia della rifrazione’ – spiega – perché la Luna, attraversando gli strati più bassi e densi dell’atmosfera terrestre, viene deformata dalla rifrazione. La parte inferiore della falce, quella più vicina all’orizzonte, appare piegata e distorta; man mano che la Luna si solleva, uscendo dagli strati più densi, ritrova progressivamente la forma regolare che conosciamo. Ho voluto comporre la sequenza proprio per mostrare questa trasformazione passo dopo passo”.

Prosegue: “quando ho inviato la foto sapevo che non era un’immagine di immediata lettura: richiede attenzione, soffermarsi per comprenderla. Questo concorso, però, ha una giuria molto attenta, che davvero osserva le fotografie nel dettaglio: la scelta ricaduta su una mia immagine ne è la conferma, cosi’ come le selezioni degli anni passati. Concorsi come questo, o quello indetto dall’International Astronomical Union, cercano nelle immagini non solo la bellezza estetica, ma anche il potenziale scientifico. Ed è proprio questa la linea che seguo nella mia astrofotografia”.

“Per me – commenta in vista della cerimonia di premiazione che si terrà il prossimo 16 settembre presso il Royal Museum di Greenwich – sarà un’occasione preziosa non solo per conoscere la giuria e il team che lavora dietro le quinte del concorso, ma anche per confrontarmi con altri astrofotografi e visitare la mostra, che sarà inaugurata il 12 settembre e resterà aperta fino al prossimo anno. L’esposizione avrò luogo all’interno del complesso del Royal Museum di Greenwich, proprio accanto all’osservatorio: un luogo dal fascino unico per chiunque ami il cielo. Nel 2015 una mia immagine è entrata nella shortlist: non vinse, ma venne inserita nel calendario ufficiale ed esposta al Royal Museum di Greenwich. È accaduto di nuovo nel 2022 con una foto del Sole al tramonto, che mostrava il fenomeno del raggio verde, uno dei tanti effetti ottici atmosferici che cerco di documentare e divulgare attraverso articoli, rubriche e il mio blog (https://greenflash.photo/)”.

Parlando del premio, sottolinea che “Per me non è soltanto un riconoscimento personale, ma un segnale che la bellezza del cielo può essere raccontata anche attraverso la scienza. La mia immagine vorrei che fosse un invito a fermarsi, osservare e lasciarsi stupire dai fenomeni che accadono sopra di noi, perché credo che imparare a guardare il cielo con attenzione ci aiuti a sentirci parte del pianeta e dell’universo che abitiamo”.

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