Nella giornata di giovedì 8 giugno verrà inaugurata la mostra “Architettura sospesa. Tra la musica e lo spartito Polaroid” ad opera del fotografo Maurizio Galimberti. La mostra, ad ingresso libero, verrà allestita nello spazio AuditoriumArte e sarà curata da Valentina Galimberti.
Galimberti, con la sua arte dei mosaici fotografici, crea un linguaggio visivo che si intreccia con il concetto di “musica dello spazio”. Le sue opere, composte da frammenti di immagini, sembrano danzare come delle note su un pentagramma, dove ogni tessera racconta una storia unica ed inimitabile, ma parte di un’armonia più grande.
Questa idea di “suonare” con le particelle architettoniche a qualcuno ricorda le visioni futuriste di Umberto Boccioni, (che celebrava il dinamismo e il movimento) e il celebre “Nudo che scende le scale” di Marcel Duchamp (dove il movimento stesso diventa arte).
In questa mostra, Galimberti divide lo spazio in pentagrammi musicali, dove ogni scatto raffigura una nota, contribuendo alla costruzione di una sinfonia visiva che trasmette emozioni e riflessioni. La dilatazione di questo tempo ci invita a considerare la differenza tra una mera esecuzione e un’interpretazione artistica.
Questa differenza non è solo temporale, ma rappresenta una dimensione emotiva e narrativa. Infatti, c’è una distinzione tra “l’essere dentro” ad una storia e rimanere estranei a essa. Galimberti, ci invita a “suonare” il nostro spazio, a percepirne le vibrazioni e a riconoscere la bellezza nascosta nei dettagli, trasformando ogni architettura in un mosaico di suoni e visioni che raccontano della nostra esistenza.
In questo modo, l’arte diventa un mezzo per esplorare e amplificare le esperienze umane, in un dialogo continuo tra forma, spazio e tempo. La mostra è realizzata in collaborazione con Dada East e sarà possibile visitarla fino al 15 giugno.
Insomma, una mostra affascinante e suggestiva verrà inaugurata, sperando che quante più persone possibili accorrano a visitarla, per immergersi totalmente nel mondo della musica in un modo un po’ diverso dal solito.
