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"La Maddalena" di Artemisia Gentileschi: il ritorno a Napoli e la rinascita artistica

Un capolavoro del Seicento riemerge a Beirut per riaffermare il legame tra l'artista e la città partenopea.

"La Maddalena" di Artemisia Gentileschi: il ritorno a Napoli e la rinascita artistica
Fonte: ansa.it
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19 Luglio 2024 - 19.21


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L’opera “Maria Maddalena” di Artemisia Gentileschi, dipinta tra il 1630 e il 1635, fa ritorno a Napoli dopo quattro secoli. Il dipinto, parte della collezione Sursock di Beirut dal secolo scorso, ha subito gravi danni durante l’esplosione del 4 agosto 2020 nella capitale libanese. La sua esposizione presso il Complesso Monumentale di Santa Chiara, prevista dal 20 gennaio 2024 al 19 gennaio 2025, è un ritorno alle origini e una rinascita artistica dopo un accurato restauro.

La tela, esemplificativa del periodo napoletano di Artemisia Gentileschi, manifesta caratteristiche stilistiche distintive: tonalità di giallo oro cupo e blu oltremare, accentuate da un chiaroscuro intenso che esalta il candore della camicia della santa. La composizione rivela la maestria dell’artista nel rappresentare la transizione spirituale di Maria Maddalena. Lo sguardo estatico del soggetto comunica la gratificazione derivante da una rinnovata esistenza, mentre gli elementi in secondo piano – gioielli e vaso degli unguenti – simboleggiano l’abbandono della vita precedente.

Il legame tra Artemisia Gentileschi e Napoli si rivela profondo e duraturo. L’arrivo dell’artista nella città partenopea nel 1630 segue un decennio trascorso a Roma ed è facilitato dalle relazioni instaurate con Fernando Afán de Rivera, Duca di Alcalá e Viceré di Napoli. Lo stile di Artemisia, che ricorda quello di Caravaggio, attrae rapidamente l’attenzione dei collezionisti napoletani. La pittrice si stabilisce in città con il fratello Francesco e la figlia Prudenzia, intessendo una rete di contatti influenti che include Cassiano dal Pozzo, il Duca di Modena Francesco I d’Este e Ferdinando II de’ Medici. Inoltre, figure di spicco come Galileo Galilei e il nobile messinese Antonio Ruffo assumono il ruolo di consiglieri e intermediari nella sua carriera.

Il periodo napoletano di Artemisia, interrotto solo da un breve soggiorno a Londra nel 1638-39, si rivela il più prolifico della sua carriera. La città diventa il fulcro della sua attività artistica, dove produce numerose opere con l’assistenza del fratello Francesco, che subentra al marito Pierantonio nella gestione della bottega. La reputazione di Artemisia cresce fino a farla diventare la pittrice più celebre d’Europa, culminando nella commissione delle uniche opere pubbliche della sua carriera per la Cattedrale di Pozzuoli.

La “Maddalena Sursock”, come è nota l’opera, presenta peculiarità cromatiche e compositive che la rendono l’esempio ed emblema della sua produzione napoletana. Il restauro, reso necessario dai danni causati dall’esplosione di Beirut, ha permesso di riscoprire e valorizzare queste caratteristiche. L’intervento ha riportato alla luce lo splendore originale dell’opera, enfatizzando i contrasti cromatici e la potenza espressiva tipici dello stile maturo dell’artista.

L’esposizione della “Maddalena” a Napoli si inserisce in un più ampio progetto di valorizzazione culturale del Complesso Monumentale di Santa Chiara. L’iniziativa, che gode del patrocinio della Regione Campania e del Comune di Napoli, vede la collaborazione tra la Provincia Napoletana del Ss. Cuore di Gesù dell’Ordine dei Frati Minori, il Fondo Edifici di Culto (FEC), Agape e Arthemisia, quest’ultima una società di promozione e gestione di eventi artistici. La curatela scientifica, affidata a Costantino d’Orazio, garantisce un approccio rigoroso e approfondito alla presentazione dell’opera e del suo contesto storico-artistico.

Il ritorno della “Maddalena” a Napoli ha un significato che trascende il mero valore artistico. Rappresenta la riaffermazione di un legame storico tra l’artista e la città, nonché un momento di riflessione sul ruolo di Artemisia Gentileschi nella storia dell’arte. La sua vicenda personale, segnata dalla denuncia di stupro che la rese un’icona ante litteram dei diritti delle donne, si intreccia con la sua evoluzione artistica, trovando in Napoli un terreno fertile per l’espressione del suo talento.

L’esposizione della “Maddalena” prelude a future iniziative culturali di rilievo presso il Complesso di Santa Chiara. In particolare si annuncia, per aprile 2025, l’inaugurazione di una grande mostra dedicata a Santa Chiara e San Francesco, in concomitanza con l’anno giubilare e l’ottocentesimo anniversario del Cantico delle Creature per sottolineare l’importanza del sito come centro di iniziative culturali di respiro internazionale.

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