di Marcello Cecconi
Massimo Decimo Meridio “Il Gladiatore” sta cantando sul palco. La platea prima ascolta con reverenza il vecchio blues e poi inizia a muoversi al ritmo, e alla fine applaude convinta. Uno degli attori icona della cinematografia mondiale, Russel Crowe, sta cantando e suonando a Sanremo. Non lo fa da dilettante allo sbaraglio con l’imbarazzo di ieri sera del collega John Travolta, lui canta, sul serio, insieme alla sua banda, i “Russell Crowe & The Gentlemen Barbers” che porterà in una serie di concerti lungo la penisola.
Il quasi sessantenne ‘Clarke Gable del Pacifico’, come lo definiscono gli statunitensi, si trasferì in Australia con i genitori, a soli quattro anni, dopo essere nato a Wellington in Nuova Zelanda da padre norvegese e madre maori e con lontani avi marchigiani. Prende, sin da piccolo, confidenza con il mondo dello spettacolo facilitato dai genitori gestori di un catering per il cinema. A soli 7 anni ebbe la prima opportunità di lavorare come comparsa nella serie seguitissima in Australia, “Spyforce”, ma la sua passione istintiva era la musica.
A 16 anni mette insieme la sua prima band rock ‘Russ Le Roc’, nome ispirato dal suo fisico già massiccio e per 10 anni si getta a capofitto nella carriera musicale. Cantante, chitarrista e compositore non riesce a sfondare e deve arrotondare le entrate con lavori stravaganti fra i quali quello di estrattore dei numeri del bingo. Il carattere non facile di Russel non l’aiuta a tenere in piedi i rapporti con i vari gruppi musicali che crea e scoglie continuamente e nel 1982 si vede costretto a sospendere l’attività.
Torna all’ambiente del cinema e dopo il grande successo con “Skinheads – Romper Stomper” si trasferisce in California per entrare definitivamente nello star-system. Qui ottiene la sua prima candidatura all’Oscar per “The Insider – Dietro la verità”. La statuetta d’oro la otterrà invece con “Il gladiatore” (Gladiator) di Ridley Scott, film pluripremiato che l’ha fatto conoscere in tutto il mondo e per il quale la Val d’Orcia senese ha prestato il proprio paesaggio per i campi elisi della passeggiata fra le spighe di gtrano di Russel Crowe.
Continua con il successo per il drammatico “A beautiful mind” di Ron Howard del 2002 e prende parte a una lunga serie di pellicole fino all’ultima, un horror del 2023, “L’esorcista del Papa”. Russel Crowe non ha mai smesso di coltivare la musica e ha sempre tenuto in piedi una sua band. Oggi il gruppo che suona sul palco di Sanremo sono i “Russell Crowe & The Gentlemen Barbers”, che, oltre a Russel, includono anche James Haselwood al basso, Stacey Fletcher, Susie Ahern e Britney Theriot.