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Così il drammaturgo Andrea Chiodi celebra le donne e l'arte teatrale

La rassegna teatrale "Celebrazione delle Donne: Storie e Complessità" di Andrea Chiodi omaggia figure femminili storiche attraverso spettacoli contemporanei.

Così il drammaturgo Andrea Chiodi celebra le donne e l'arte teatrale
Andrea Chiodi
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Tiziana Buccico Modifica articolo

5 Ottobre 2023 - 15.49 Globalist.it


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Andrea Chiodi, regista, drammaturgo, uomo di Teatro, appassionato, una missione quella di raccontare sul palcoscenico, la vita e l’arte. Nella stagione che sta iniziando affronterà un cartellone ricco, vario e davvero originale; reduce dal successo dalla rassegna “Tra Sacro e Sacro Monte”, è pronto a partire per nuove avventure. Un susseguirsi di emozioni e di pensieri quando si conversa con Chiodi, un fiume in piena di entusiasmo e di voglia di realizzare e fare, un piacere ascoltarlo. Iniziamo con un inno alla donna, che prende il via dal suo debutto di questa stagione con un testo di drammaturgia contemporanea inedito, scritto dalla talentuosa e pluripremiata Angela Dematte.

Un’opera che stupirà e affascinerà il pubblico, un dialogo/confronto tra una madre ed un figlio, una storia dei nostri giorni, tratta da un episodio tristemente vero con al centro l’integralismo islamico e la deriva di quando una religione annebbia la mente ed il cuore. Ospiti dello Stabile di Brescia aprono la stagione, con un testo scritto ad hoc per questa produzione.

Un connubio ed una collaborazione tra la Dematte e Chiodi a dir poco fruttuosa e prolifica. Il tema è di evidente attualità, una madre ed un figlio che si perdono e si ritrovano, in un susseguirsi di emozioni. “Un pezzo della nostra storia, della nostra realtà – così commenta il regista – dall’11 settembre in poi qualcosa è cambiato, lo spettacolo affronta un fenomeno importante e delicato, uno scambio intenso tra una madre ed un figlio. Mi auguro di vedere in platea tanti giovani e perché no, tanti genitori con i figli per interagire al livello emotivo con ciò che accade sul palcoscenico. Il teatro è anche educare e abbattere barriere, quelle delle nuove generazioni fatte spesso di solitudine, di chiusura e di mondi paralleli alla realtà”. Ritorniamo a parlare del ruolo delle madri e delle donne, sul palco ci sarà una madre con tutta la sua sacralità ma al tempo stesso dissacrata. Per Andrea Chiodi la donna è “la più creativa del creato, una creatività rigorosa. Per me lavorare con le donne è sempre un’esperienza straordinaria, diversa ed unica. La profondità dell’universo femminile è sempre una piacevole scoperta”.

Nella carriera di Chiodi moltissime protagoniste femminili, attrici e personaggi come Giovanna d’Arco, Medea, Elena di Troia, e una grande mentore come Piera degli Esposti, a cui Chiodi dedicherà con Pamela Villoresi e Galatea Ranzi una serata a Catania il 15 ottobre.

 Il genere umano è l’unico genere per Chiodi, e il teatro è davvero uno degli strumenti culturali più importanti per dare vita ad una “nuova educazione”, un’educazione alla cultura, a quella cultura che potrebbe rappresentare una salvezza per un mondo in conflitto e attraversato da tante sofferenze. “Educare le nuove generazioni alle emozioni, alla storia raccontata non solo sui libri, educarli allo stupore – continua il regista- educarli a raccontare e a raccontarsi”.

Dopo Brescia, Andrea Chiodi andrà in tournée con “Gli innamorati” di Goldoni prodotto dal Teatro del Veneto e a Venezia per Capodanno, porterà in scena, “Le Allegre Comari” di Shakespeare con Eva Robbins, proprio in quel teatro intitolato al grande autore, completamente restaurato e ritornato allo splendore di un tempo. Il Goldoni di Venezia è il più antico teatro di Italia rivitalizzato da un Presidente della neo Fondazione Giampiero Beltotto, con una vera visione, uno sguardo nuovo, una ritrovata progettualità impegnato in un ricco cartellone ma anche in progetti di formazione come il “Progetto Teseo”. “Linfa nuova a Venezia con una conduzione davvero innovativa” è il commento del regista.

Insieme alla Dematte allo Stabile di Bolzano in collaborazione con il Mart di Rovereto, verrà portata sul palcoscenico la storia di Margherita Sarfatti, ebrea veneziana, legata sentimentalmente a

Mussolini per ben vent’anni, considerata la prima collezionista di arte in Italia, critica d’arte di fama internazionale, dama dei salotti culturali durante il fascismo, donna di straordinaria cultura. 

Donne celebri, donne che hanno fatto la storia, per Chiodi il teatro deve raccontare le loro vite e le loro gesta non solo con lo scopo di omaggiarle e ricordarle ma soprattutto mettendo in luce in drammaturgie contemporanee le mille sfaccettature, la modernità di alcune figure, e la ricchezza delle loro anime. Con una scrittura attenta dei testi per intercettare il gradimento del pubblico e della critica. 

Un Direttore artistico, Andrea Chiodi, che immagina già nuove produzioni e spettacoli, opere dedicate alle donne rivoluzionarie italiane, figure che hanno scritto la storia, una fra tutte Eleonora Duse ad esempio. 

Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita”. Eduardo De Filippo

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