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Sono stati presentati alla Casa del Jazz di Roma i nuovi Centri di Produzione Musica

Grazie all'approvazione del finanziamento al FUS sarà possibile realizzare sette nuovi Centri di Produzione Musica, cinque dei quali dedicati al jazz.

Sono stati presentati alla Casa del Jazz di Roma i nuovi Centri di Produzione Musica
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29 Luglio 2022 - 18.56


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Sono stati presentati alla Casa del Jazz di Roma i nuovi Centri di Produzione Musica dedicati alla musica jazz e contemporanea, realizzati grazie all’approvazione dei finanziamenti al FUS – il Fondo Unico per lo Spettacolo – per la realizzazione di sette Centri, cinque dei quali operanti prevalentemente nell’ambito jazz.  Un epilogo frutto di anni di confronto con il Ministero della Cultura da parte degli organismi coinvolti e dei più importanti rappresentanti del settore, prime tra tutte l’Associazione I-Jazz e la Federazione Nazionale Il Jazz Italiano.

I cinque centri attivi nell’ambito del jazz ammessi al finanziamento sono: il Centro Adriatico Produzione Musica Ets di stanza a Pescara, We-Start – Piemonte Orientale Music per iniziativa di Associazione Rest-Art di Novara, il Centro diretto dall’Associazione Time in Jazz di Berchidda, il Centro Produzione Musica di Roma, con Casa del jazz ed Auditorium Parco della Musica (Fondazione Musica per Roma), Toscana Produzione Musica Ets sull’asse Firenze-Pisa (cinque soggetti aderenti a I-Jazz).

Secondo la Fondazione Musica per Roma e I-Jazz la nascita di nuovi luoghi impegnati nella produzione musicale avrà ripercussioni positive sia sulla qualità sia sulla quantità di nuovi progetti artistici, con un auspicabile incremento di nuovi talenti. La Casa del Jazz, gestita dalla Fondazione Musica per Roma, sarà la sede destinata al coordinamento degli altri cinque Centri, che diverrà fulcro di un mondo del jazz che si unisce e continua a fare sistema.

“Sono benedetti i decreti e tutte le iniziative della politica – sono le parole di Nicola Piovani – a favore delle attività musicali e della musica non solo punto di vista estetico ma anche dal punto di vista dell’aggregazione sociale. Non mi stancherò mai di ripetere, se all’inizio, quando è nata l’Unione europea, avessero speso qualche spicciolo in più per creare orchestre, corpi di ballo, compagnie europee, forse sarebbe più facile anche superare certe barriere politiche ed economiche oggi. Siamo felici per questo decreto: speriamo che l’attività sia all’altezza del decreto e speriamo soprattutto che il cammino non si interrompa bruscamente”.

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