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Gela naviga nella leggenda greca con la mostra "Ulisse in Sicilia. I luoghi del mito"

Dal 22 luglio al 10 di Ottobre la città siciliana di Gela ospiterà, all'interno del parco Bosco Littorio, una mostra su Ulisse. Pezzo forte è la Nave Arcaica di Gela, risalente al VI- V secolo a.C.

Gela naviga nella leggenda greca con la mostra "Ulisse in Sicilia. I luoghi del mito"
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22 Luglio 2022 - 11.39


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La città di Gela in Sicilia cambia finalmente percorso, lasciandosi alle spalle la sofferta esperienza nel campo del petrolio e della chimica e buttandosi nel mare dei miti e delle leggende. La Regione Sicilia, alla presenza del suo governatore, Nello Musumeci, e dell’assessore ai beni culturali, Alberto Samonà e infine del sindaco di Gela, Lucio Greco, ha presentato il 18 luglio la mostra “Ulisse in Sicilia, i luoghi del Mito”. La mostra sarà inaugurata il 22 luglio e rimarrà aperta fino al 10 di ottobre.

Si tratterà di un percorso espositivo, allestito dalla soprintendenza dei beni culturali di Caltanissetta, nel parco archeologico di “Bosco Littorio”, che ripercorre il passaggio dell’eroe greco in Sicilia in otto sezioni tematiche, con 85 reperti provenienti da musei regionali, nazionali ed esteri. L’opera centrale della mostra è la “Nave arcaica di Gela”, rinvenuta nei fondali antistanti la costa di contrada “Bulala”, a est del petrolchimico dell’Eni. La nave greca, risalente al VI-V secolo a.C., fu scoperta nel 1988 da Francesco Cassarino, un sub dilettante gelese durante una battuta di pesca. Il relitto fu recuperato 20 anni dopo, con l’aiuto di Sebastiano Tusa, compianto sovrintendente al mare, morto nel 2019 in un disastro aereo in Etiopia.

Le parti della nave arrivate a noi sono numerose, grazie anche ad un incessante e professionale lavoro di recupero fisico e chimico, iniziato nel 2003 e concluso nel 2008. Tra i vari pezzi spiccano la ruota di poppa, il paramezzale e i madieri in bronzo. La fragilità del legno ha reso molto complesse le operazioni di sollevamento e di trasporto, anche a seguito del trattamento di desalinizzazione eseguito in Inghilterra al Mary Rose archaeological service di Portsmounth.

Prima della sua morte, Sebastiano Tusa si era impegnato per realizzare a Gela il “Museo del Mare” dove esporre sia il relitto dell’imbarcazione greca, sia i tanti reperti ripescati dai fondali gelesi, tra cui l’elmo corinzio e i lingotti di “Oricalco” esposti a Forlì, nel 2020, insieme con la “Nave di Gela” .

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