Dopo 106 anni dal suo ritrovamento, l’affascinante Latona, statua facente parte di un complesso che include anche un Eracle con la cerva, una statua di Hermes e una di Apollo, verrà finalmente restaurata.
E’ una storia che inizia il 19 Maggio del 1916, in una zona d’Italia che ora corrisponde a quella dell’Isola Farnese. Natale Malvolta, assistente agli scavi dell’archeologo Giulio Quirino Giglioli, riporta in superficie le statue e alcuni frammenti del tempio di Menerva e Portonaccio. “Mai prima di allora si erano viste opere di questo livello e in questo stato di conservazione“, ricorda oggi Valentino Nizzo, direttore del museo etrusco di Villa Giulia, a Roma. L’Italia era in guerra, ma la scoperta di quel complesso di statue fu strabiliante, perché non solo segnò una data importante per la storia dell’etruscologia, ma riuscì anche a catturare l’attenzione di un paese spezzato.
Le tre statue decoravano la sommità del tempio di Portonaccio e avevano la funzione, insieme ad altre oggi perdute, di illustrare scene del mito. Apollo in braccio a Latona, per esempio, viene raffigurato con un arco, mentre sta per scoccare una freccia per salvare la madre dal pitone che avrebbe dovuto ucciderla. Il direttore di Villa Giulia commenta “Opere meravigliose, capolavori usciti dalle mani di un grande coroplasta di Veio“.
A differenza della statua di Apollo, ritrovata integra e colorata nonostante i suoi 2500 anni, la statua della Latona con il figlio Apollo in braccio, non gode dello stesso privilegio. In precedenza erano stati fatti degli interventi sull’Apollo e sull’Eracle, ma ora tocca alla Latona. Grazie al finanziamento dello studio legale Carbonetti e Associati, si correggeranno alcuni errori fatti negli anni Cinquanta: la statua fu infatti riassemblata in maniera non convincente, e necessitava di numerose reintegrazioni soprattutto nelle zone delle spalle e della nuca. Del restauro si occuperà Sante Guido, che avrà a disposizione circa 28 mila euro. Il direttore Nizzo assicura anche che il cantiere sarà “a vista”, allestito nella sala 40 del museo in cui si trovano anche le altre statue del complesso. Le fasi del restauro saranno tante e delicate: ”Si comincerà con una serie di indagini scientifiche e di fotografie, prima a luce radente, poi a luce ultravioletta e poi a luce infrarossa“, spiega Sante Guido, per identificare le sovrapposizioni della materia e capire il livello di deterioramento anche dei colori. Successivamente, si passerà ad una radiografia per ricostruire i sistemi di assemblaggio e di aggancio interni usati negli anni Cinquanta. Infine, la testa della Latona verrà smontata per un intervento di risistemazione della zona del collo e del mento.
L’augurio è che tramite questi interventi il tempio di Portonaccio e le sue statue possano tornare al loro “antico splendore” e che la statua della Latona possa ritrovare la sua bellezza e dolcezza originaria.