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Venezia rivede il “Tintoretto di David Bowie”

Il dipinto appartenuto alla rockstar è tornato per la mostra “Da Tiziano a Rubens”. Rinnovate le sale del '500 veneziano all’Accademia

Venezia rivede il “Tintoretto di David Bowie”
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31 Agosto 2019 - 15.10


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Nell’arte è prassi battezzare un’opera con il nome di un/una collezionista di particolare importanza o fama. Accadde così che il poliedrico David Bowie, che aveva conosceva l’arte ed era pittore lui stesso, avesse un dipinto del veneziano Jacopo Robusti detto il Tintoretto nella sua collezione, “L’angelo annuncia il martirio a Santa Caterina d’Alessandria” del 1560 circa: lo comprò negli anni ’80. Nel 2016 lo acquistò un altro collezionista, ma resta il “Tintoretto di Bowie”. E come tale, se non altro perché mediaticamente fa effetto, ne divulgano il ritorno a Venezia gli organizzatori della mostra in calendario a Palazzo Ducale dal 5 settembre al primo marzo 2020 nella mostra “Da Tiziano a Rubens. Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe”.

In origine, ricordano i promotori, il dipinto del Tintoretto era a pochi passi, nell’antica Chiesa di San Geminiamo, in Piazza San Marco, progettata da Sansovino e distrutta da Napoleone nel 1807, per far spazio a un palazzo reale. Il quadro rientra in laguna dopo due secoli.
Con il Tintoretto è rientrato anche un Tiziano, sempre dal medesimo collezionista, “Ritratto di gentildonna con figlia”, l’amante di Tiziano Milia e la figlia Emilia.

“Da Tiziano a Rubens” è organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia con la Flemish Community, la Città di Anversa e VisitFlanders, è curata da Ben van Beneden, direttore della Rubenshuis (la Casa di Rubens).

Sale rinnovate per il ‘500 veneziano all’Accademia
Sempre sulla Venezia del ‘500: le Gallerie dell’Accademia hanno appena inaugurato il nuovo allestimento delle sale VI-XI al primo piano dedicate alla pittura del XVI secolo con il ministro per i Beni e attività culturali Alberto Bonisoli. Con dipinti di Giovanni Bellini, Tiziano, Tintoretto, i tre sconvolgenti trittici di Hieroymus Bosch, Giorgione con la sua ancora misteriosa “Tempesta” cui si affianca la “Nuda” del pittore veneto proveniente dal Fondaco dei Tedeschi, Lorenzo Lotto, Paolo Veronese, le sale hanno una nuova disposizione secondo un progetto scientifico curato da Roberta Battaglia, Giulio Manieri Elia e Paola Marini.
Nuovi gli apparati didattici, in italiano e inglese.

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