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Quando la salvaguardia del bene comune diventa notizia

Al terzo Festival del Giornalismo di Siena si è parlato di comunicazione della cultura e del territorio. Il caso del ritrovamento dei bronzi etruschi a San Casciano è stato analizzato come caso di studio. Sul futuro le parole dell'archeologo Emanuele Mariotti e del sindaco Agnese Carletti

Quando la salvaguardia del bene comune diventa notizia
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1 Giugno 2024 - 12.36


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di Luisa Marini 

La Cultura può essere comunicata in modo avvincente? La risposta è assolutamente sì. Ma perché ciò avvenga bisogna saper narrare belle storie. Come è avvenuto con la narrazione del ritrovamento dei bronzi etruschi di San Casciano dei Bagni: un “case study” d’eccellenza da cui partire per raccontare il valore locale attraverso la tutela e la salvaguardia del bene comune.

Di tutto questo si è parlato, ieri mattina nella Contrada del Bruco, al Festival del Giornalismo di Siena. Moderati da Pino Di Blasio, giornalisti e addetti ai lavori si sono confrontati su questo delicato tema. Il Sindaco Agnese Carletti e l’archeologo Emanuele Mariotti hanno con passione raccontato le emozioni del ritrovamento, ma soprattutto la scelta del modo in cui narrare, fin da subito, questa bella storia. 

“Anzitutto” – ha spiegato il Sindaco – “si è trattato di un’occasione per condividere, tra le persone coinvolte dal progetto, un modo di fare comunicazione culturale, raccontando subito la scoperta, ma soprattutto continuando a farlo, con entusiasmo”. 

Spesso, si sa, si lancia la notizia, e poi si passa ad altro; in questo caso, invece, il Comune e gli altri attori coinvolti, a partire dagli archeologi, hanno coordinato le forze con l’obiettivo della valorizzazione non solo del sito – definito come la scoperta archeologica più importante a livello internazionale degli ultimi anni – ma della vita di un intero paese. 

“La scelta strategica è stata quella di restituire il luogo alla comunità, locale e scientifica, di raccontare il suo sogno” ha affermato il Sindaco. Ed è stata una scommessa vincente, il racconto ha funzionato, come ci dice l’archeologo “grazie al lavoro di squadra e a una comunicazione corretta, precisa e accessibile al vasto pubblico”. Gli effetti si notano anche a distanza dal giorno della scoperta: Mariotti spiega infatti che “sullo scavo, durante la passeggiata, accompagnati dai volontari, il racconto di quel che è successo in quei giorni coinvolge emozionalmente i visitatori”. Noi possiamo immaginare che questa energia torni indietro a chi lavora allo scavo, tra polvere e caldo, fiducioso che ci sia ancora molto da scoprire.

“Lo scavo è attivo dal 2018, e, fin dalla scoperta nel 2019 dell’altare dedicato al Dio Apollo, – continua Mariotti – si era capito di essere in presenza di un sito di particolare importanza, un luogo di cura pubblico e multiculturale, molto importante per etruschi e romani, ricchi e poveri, schiavi e liberti, compresi imperatori e grandi famiglie senatorie. In seguito, il ricco ritrovamento nel 2022 di statue, ex-voto di diverse parti del corpo e tante monete, ha confermato questa ipotesi. Le terme erano state chiuse e ricostruite in concomitanza della caduta, sul precedente santuario, di un fulmine, testimoniato dal ritrovamento del suo modellino in bronzo. I cristiani, poi, per far cessare i riti pagani, chiusero la vasca principale con delle colonne, non immaginando cosa si nascondesse nelle acque fangose delle terme. Crearono così una vera e propria capsula del tempo, che è arrivata intatta fino a noi”. 

Grazie ai 4,5 milioni di euro del Ministero della Cultura, dedicati a progettazione e lavori per il Museo dove saranno accolti i reperti, e all’appoggio della Regione Toscana, il Comune ha scelto e acquisito l’immobile, la cui apertura è prevista entro due anni; inoltre è imminente la firma dello Statuto della Fondazione che si è scelto di costituire per la gestione del sito, per evitare che la comunità perdesse l’anima del progetto.

A San Casciano stavano chiudendo i negozi. Oggi, l’attenzione internazionale ha portato investitori stranieri e così alcune botteghe hanno potuto riaprire. La responsabilità del Comune è ben presente: far sì che il clamore non sfinisca tutto, ma porre attenzione alla sostenibilità del luogo. Il Sindaco, che è tra i sostenitori più attenti, ha inoltre affermato che “questi pezzi unici da dopo l’esposizione straordinaria alle Scuderie del Quirinale stanno viaggiando per tornare a casa. Al momento, i reperti sono visibili fino a fine giugno al Mann di Napoli, considerato il Museo archeologico più importante del mondo.”

Il sito di ritrovamento invece è visitabile tutti i sabati alle ore 11, e alcuni pezzi sono visibili presso il Comune. Per continuare la campagna di scavo, presto con l’Università per stranieri di Siena e con finanziamento del MIUR, arriveranno 90 studenti internazionali in quattro mesi.

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