di Caterina Abate
Col fiato sospeso per tutta la giornata, a seguire la diretta live da alcuna delle navi della Global Sumud Flotilla, alla fine assistiamo a Israele, che nel giorno dello Yom Kippur – ricorrenza religiosa ebraica che celbra il giorno dell’espiazione – ha colpito la flotta civile quando era già buio.
Le imbarcazioni, per la maggior parte a vela, viaggiavano ad una velocità di crociera di 5 nodi e mezzo, 11 km l’ora, ed erano giunti a circa 70 miglia nautiche dalle coste di Gaza. Mai nessuna missione umanitaria analoga era giunta così vicina, così prossima a espletare la propria volontà. Invece, le operazioni di abbordaggio delle navi della Sumud sono iniziate poco prima delle 20:00, mentre gli alt dall’Idf erano stati dichiarati circa un’ora prima e pubblicati tramite video sui vari canali social.
Una scelta strategica, considerando che le pratiche di penitenza della festività, che è partita dal tramonto, prevede che domani la notizia possa non avere una grande risonanza in Israele, con i giornali chiusi e i media al minimo della programmazione. Per questo i soldati hanno avuto bisogno di una dispensa speciale da parte delle autorità religiose.
Volontà della Flotilla era rompere il blocco navale di Gaza, che tecnicamente (un blocco navale) secondo il diritto internazionale non è illegale, ma lì il principio di legalità vige se e solo se la popolazione a cui viene imposto venga sistematicamente rifornita di beni di sussistenza, cosa che nella Striscia di Gaza continua ad essere quotidianamente disatteso da due anni.
L’azione umanitaria, non violenta, della Flotilla sussisteva nella piena legalità, mentre illegale è l’attacco in corso, seppur il ministro Crosetto parli di “blocco”, più che di “attacco”. Già questa notte le imbarcazini della Flotilla avevano subito azioni di disturbo, con la presenza di una nave militare che si era avvicinata, l’azione di droni israeliani intensificata e persino l’avvistamento di un sommergibile. Si temeva già il peggio, che è avvenuto solo quando il convoglio civile aveva raggiunto i circa 130 km dalle coste di Gaza.
Il ministro Tajani ha dichiarato che Israele sta rispettando gli accordi presi in precedenza con l’Italia, le navi verranno portate al porto di Asdhod, come era già stato per la Madleen a luglio, e poi dopo due giorni espulsi, in linea con la festività dello Yom Kippur. Sempre secondo il ministro Tajani, le operazioni finiranno introno alla mezzanotte, ma nel frattempo ripartono le mobilitazioni e i presidi nel nostro paese.
Genova, Torino, Napoli, Roma, Bologna e altre ancora sono le altre città che hanno dato il via alle manifestazioni in sostegno della Flotilla. A Siena è stato subito organizzato un corteo in piazza del Campo, il cuore della città.
È essenziale che ancora si tengano puntati gli occhi su Gaza. Il commissario della CGIL Landini ha proclamato sciopero nazionale, previsto per venerdì 3 ottobre, al grido di “#blocchiamotutto”.