"Ci stiamo preparando in anticipo a provocazioni", come Israele spiana il terreno per attaccare la Flotilla

Ancora pressioni invece che supporto da parte del governo italiano nei confronti della Sumud. Intanto l'Idf accusa la missione di essere al servizio di Hamas e di averne le "prove".

"Ci stiamo preparando in anticipo a provocazioni", come Israele spiana il terreno per attaccare la Flotilla
Nave della Global Sumud Flotilla a Creta - Afp
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30 Settembre 2025 - 23.37


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di Arianna Scarselli

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Nel pomeriggio la fregata Alpino ha comunicato che alle 02:00 del primo ottobre, quando le navi raggiungeranno le 150 miglia nautiche dalle spiagge di Gaza, la nave si fermerà “per non pregiudicare in alcun modo le garanzie di sicurezza delle persone imbarcate”. Ancora una volta il Governo italiano agisce legittimando il blocco israeliano e il Governo Netanyahu, che da giorni minaccia i cittadini italiani a bordo della missione umanitaria disarmata.

Non si è fatta attendere la risposta della Flotilla: “Questa non è protezione. È sabotaggio. È un tentativo di demoralizzare e dividere una missione pacifica e umanitaria. Il blocco di Israele è illegale ed il silenzio del mondo intollerabile. Se il governo italiano vuole essere ricordato per il coraggio, deve navigare con noi”.

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La premier Giorgia Meloni ha ribadito che “con il piano di pace per il Medio Oriente proposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, si è finalmente aperta una speranza di accordo per porre fine alla guerra e alla sofferenza della popolazione civile palestinese e stabilizzare la regione. Questa speranza poggia su un equilibrio fragile, che in molti sarebbero felici di poter far saltare. Temo che un pretesto possa essere dato proprio dal tentativo della Flotilla di forzare il blocco navale israeliano”.

“Non ci fermeremo – spiega Arturo Scotto (PD), uno dei quattro parlamentari a bordo della Flotilla – perché pensiamo che in acque internazionali bloccarci sia un atto illegale. Qualora l’alt dovesse arrivare dalla marina israeliana, o da qualsiasi altro mezzo militare, saremo costretti a fermarci, per evitare di mettere a rischio la sicurezza nostra e degli equipaggi. Esattamente quello che faranno tutte le barche della Flotilla”.

Oggi l’Idf ha annunciato di aver trovato le prove che dietro la Flotilla c’è Hamas. Fulcro della denuncia sono due fogli trovati in un edificio considerato base di Hamas nella Striscia dove si parla della Conferenza popolare per i palestinesi all’estero (PCPA) che, secondo Israele, è un organo che funge da estensione internazionale di Hamas. Tra le accuse quella di essere responsabile di organizzare “mobilitazioni e azioni contro Israele, tra cui marce e flottiglie di protesta”.

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Il primo sarebbe la copia di una lettera inviata dall’ex capo dell’Ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, al presidente della Pcpa, Abu Fadi, dove si parla della necessità di un lavoro congiunto per le auspicate “nuove elezioni del Consiglio legislativo e del Consiglio nazionale palestinese”. Il secondo documento conterrebbe una lista di membri della Pcpa dove spiccano i nomi di Zaher Birawi, definito “capo del settore Hamas della Pcpa nel Regno Unito”, e Saif Abu Kash, amministratore delegato della società spagnola Cyber Neptune che è attualmente coinvolta nella missione umanitaria in quanto possiederebbe una “decine di navi che partecipano alla flottiglia Sumud”. Il tempismo e il contenuto dei documenti solleva dei naturali dubbi sulla loro autenticità.

«I fogli mostrati da Israele non provano né il finanziamento né il controllo di Hamas sulla Global Sumud Flotilla», ha risposto con forza la portavoce italiana della Flotilla, Maria Elena Delia. “Ripetono, piuttosto, un preoccupante schema già visto nel 2010 con la Mavi Marmara”, la missione umanitaria uguale alla Sumud ma in piccolo che venne intercettata da Israele in un attacco in seguito al quale persero la vita 10 attivisti turchi. “Siamo una missione civile e umanitaria, sotto gli occhi dell’Europa e del mondo –  ha ribadito Delia  –  Chiediamo che gli atti vengano consegnati integralmente a organismi indipendenti: finché non accade, è propaganda, non prova”.

Intanto un ufficiale israeliano ha dichiarato: “Ci stiamo preparando in anticipo a provocazioni”. La Marina dello stato sionista è infatti impegnata nell’organizzazione di un’azione (che potrebbe essere di intercetto come di distruzione) contro la Sumud, confermato il coinvolgimento delle forze speciali dello Shayetet 13. L’attacco si svolgerà probabilmente stanotte o domani.

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Domani ricade anche la ricorrenza della festa ebraica dello Yom Kippur e pertanto Israele ha fatto sapere che l’intenzione è quella di arrestare gli attivisti e tenerli in stato di fermo fino alla fine del digiuno sacro per poi espellerli e rimandarli nei loro Paesi d’origine. Diversa sorte spetta chi farà opposizione all’arresto: loro saranno processati da un tribunale speciale composto da funzionari del ministero dell’Interno con l’accusa preannunciata di aver operato “ingressi illegali in Israele” ma le accuse potranno essere molte di più.

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