Il “Gran Lombardo”, al secolo Gianni Brera, chissà quale dei tanti suoi caratteristici neologismi avrebbe usato per questo Juventus-Milan che sarà trasmessa in diretta su DAZN alle 20,45 con telecronaca affidata a Pierluigi Pardo e Andrea Stramaccioni. Una gara che in questo pezzo di campionato, che sa’ ancora di nuovo, si ripropone con tanti elementi di curiosità a giustificarne l’attesa. Juventini come Kalulu, ancora fresco di rossonero, e Locatelli, un po’ più sbiadito, si confrontano con Rabiot che ha fatto il percorso inverso, con breve e tumultuosa sosta a Marsiglia, per ritrovare il suo mentore che nel 2014 salì sul treno Milano-Torino con biglietto andata e ritorno.
Proprio lui, mister Allegri, il livornese dalla giacca volante che in due mesi ha assemblato un Milan che appare più solido in difesa, una novità non da poco rispetto al barcollante passato, e pure discretamente concreto in attacco nonostante abbia fatto a meno di Leao e Nkunku. I numeri lo confermano. Più sei in differenza reti, primato suddiviso con Atalanta e Inter, prima dell’anticipo con la goleada nerazzurra contro la Cremonese.
Questi sono i dati che premiano il lavoro del piccoso e irascibile mister toscano più della multipla coabitazione in testa alla classifica. Le ultime quattro gare vinte, compresa quella coi campioni del Napoli, hanno riempito spirito e corpo dell’ambiente milanista. E la prima, persa con la Cremonese? Già dimenticata. Del resto, quello che conta in questo momento, più della posizione in classifica è la fiducia acquisita per il lavoro svolto.
La trasformazione in solidità del reparto arretrato pur mantenendo tanti attori dello squilibrato campionato precedente è una spia della mano del mister. Il Milan di Allegri sta mostrando che non è più quello che dipende dai vezzi di Leao o di Theo. Tutti utili ma nessuno indispensabile. Cosa che si traduce anche dalle parole del mister quando in presentazione della partita ha parlato proprio di Leao, facendo presumere la sua esclusione anche per oggi: “C’è un vecchio detto, aiutati che Dio ti aiuta. Lui ha bisogno della squadra e la squadra ha bisogno di lui. Praticamente deve ancora iniziare la sua stagione: il futuro non è nelle mie mani, ma nelle sue. Sa che è una stagione importante”.
Insomma, si può tradurre che Leao resterà un’importante carta da giocare ma dovrà far di tutto per restare all’interno dell’intero mazzo rossonero. Una delle carte non la carta. La presenza del costoso Nkunku ancora a sedere in panchina accanto a lui è l’avvertimento concreto. E poi, ammesso che servono i “personaggi”, Allegri ha speso fiducia nel delfino Rabiot e nel professor Modric. Ricambiata.
Ad aspettare la pattuglia di Milano all’Allianz Stadium c’è un croato come Modric, Igor Tudor, che sdrammatizzando ha dichiarato: “Siamo la Juventus, i pareggi non bastano. I discorsi sui gol subiti e la mancanza di vittorie a me interessano zero, siamo in crescita. E domani speriamo che Modric per una volta in 40 anni faccia cag…”. Tudor, confermato dopo che in estate Conte ha rifiutato la corte degli Agnelli, non pensa certo all’ipotesi probabile che a fine campionato la telenevola coll’allenatore del Napoli ritorni in onda, ma si affida al lavoro sul campo per fare punti, tanti, i soli che potranno dargli speranze di riconferma.
E non importa se la campagna acquisti non abbia brillato più di tanto poiché l’impegno della società era obbligatoriamente diretto a sistemare le stelline arrivate con tante promesse non mantenute sul campo. Douglas Luiz, Alberto Costa e Teun Koopmeiners, quest’ultimo il solo confermato dei tre ma che dovrà lottare per meritarsi un posto nel ruolo nuovo di mediano, anche se nell’ultima di campionato con l’Atalanta è sembrato in progresso.
I quattro ultimi consecutivi pareggi, due in campionato e due in Coppa, hanno fatto piovere sul gruppo il tarlo della “pareggite” che l’allenatore cerca di scacciare spiegando quanto “…è mancato poco per vincere”. Tudor è convinto che l’identità di squadra stia crescendo di gara in gara e che con una vittoria tutto potrebbe migliorare e dare continuità. I numeri, quelli che contano, in fondo dicono che la Juve è lì, a un punto dalle prime e stasera è in gioco il sorpasso, almeno di una.
Poi c’è il centravanti. Jonathan David. Il colpo iniziale dell’era Comolli preso a parametro zero per pararsi “dall’effetto” Vlahovic creato dal vortice del fare e disfare valigie continuamente senza mai partire. Quei 12 milioni di ingaggio restano un macigno. Ora (per ora) Vlahovic c’è e l’allenatore gli ha riacceso i motori tanto che David è stato usato con molta parsimonia.
Tudor, meno di un mese fa all’Allianz Arena ha già battuto una squadra di Milano. Oggi ci proverà con l’altra ma oggi c’è anche Allegri e il suo passato.
Probabili formazioni
Milan: Maignan, Tomori, Gabbia, Pavlovic, Saalemaekers, Fofana, Modric, Rabiot, Bartesaghi, Pulisic Giménez (all. Allegri)
Juventus: De Gregorio, Gatti, Rugani, Kelly, Kalulu, Locatelli, McKennie, Cambiaso, Conceição, Yildiz, David (all. Tudor)
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