Addio a Remo Girone, volto nobile del teatro e della TV

È morto a 76 anni nella sua casa di Monaco l’attore che ha segnato un’epoca con il personaggio di Tano Cariddi ne La Piovra. Una carriera lunga mezzo secolo tra cinema, teatro e televisione, vissuta con classe, rigore e passione.

Addio a Remo Girone, volto nobile del teatro e della TV
Fonte: https://www.ilsole24ore.com/
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4 Ottobre 2025 - 14.01


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Si è spento all’età di 76 anni, nella quiete della sua casa nel Principato di Monaco, Remo Girone, uno degli attori più eleganti e intensi del panorama italiano, amato dal grande pubblico per l’iconico ruolo di Tano Cariddi nello sceneggiato La Piovra, ma protagonista di una carriera ben più vasta.

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Nato ad Asmara, in Eritrea, il 1° dicembre 1948 da genitori italiani, Girone cresce tra due mondi e due lingue, portando sin da giovane in scena una sensibilità rara. Tornato in Italia a tredici anni, studia recitazione all’Accademia Silvio d’Amico, rinunciando agli studi universitari per dedicarsi completamente alla sua vera passione: il teatro.

Debutta al cinema nel 1974 con L’anticristo di Alberto De Martino, ma è nel teatro che costruisce la sua identità attoriale, confrontandosi con Shakespeare, Miller e soprattutto Čechov. Sarà Marco Bellocchio a offrirgli uno dei suoi primi ruoli cinematografici di rilievo ne Il gabbiano (1977).

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Tuttavia, il volto di Remo Girone entrerà nella memoria collettiva degli italiani grazie a La Piovra, il capolavoro televisivo che raccontò come mai prima le collusioni tra mafia, finanza e politica. Il suo Tano Cariddi, ragioniere freddo, spietato e carismatico, debutta nel 1987 nella terza stagione e diventa subito leggenda. Un antagonista di peso, raffinato e crudele, che si oppone prima al commissario Cattani (Michele Placido) e poi alla giudice Silvia Conti (Patricia Millardet), incarnando un’epoca di ombre.

Girone, consapevole del rischio di restare imprigionato in un solo personaggio, ha sempre cercato di ampliare il suo orizzonte attoriale, misurandosi con ruoli diversissimi tra loro, sia in Italia che all’estero.

Ha lavorato con grandi maestri del nostro cinema, come Ettore Scola (Il viaggio di Capitan Fracassa), Damiano Damiani, Andrea Molaioli (Il gioiellino), Riccardo Milani, e con registi internazionali del calibro di Peter Greenaway, Jacques Rivette, Tom Tykwer, James Mangold (Le Mans ’66 – La grande sfida, dove ha interpretato Enzo Ferrari) e Antoine Fuqua (The Equalizer 3), confermandosi un attore ricercato e credibile anche oltre i confini italiani.

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Negli ultimi anni aveva portato sullo schermo personaggi pieni di umanità: il libraio saggio de Il diritto alla felicità, il prete di Il mio nome è vendetta, il medico silenzioso ma incisivo in Equalizer 3.

Remo Girone ha attraversato oltre cinquant’anni di storia dello spettacolo italiano senza mai cedere al clamore. Uomo di teatro fino al midollo, amava raccontare come non giudicasse mai un personaggio per la sua moralità, ma per il suo peso nella storia.

Con la sua scomparsa se ne va non solo un grande attore, ma anche un interprete capace di unire profondità, tecnica e verità emotiva. Una figura nobile del nostro immaginario, che ha saputo raccontare l’Italia, le sue contraddizioni e i suoi sogni, senza mai alzare la voce.

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