Sanremo2021, le pagelle: spiccano la verve di Matilda De Angelis e il rock dei Maneskin | Culture
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Sanremo2021, le pagelle: spiccano la verve di Matilda De Angelis e il rock dei Maneskin

Una serata senza tante emozioni, ma illuminata dalle grandi esibizioni degli ospiti d’ onore: Loredana Bertè, Achille Lauro e Diodato

Sanremo2021, le pagelle: spiccano la verve di Matilda De Angelis e il rock dei Maneskin
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3 Marzo 2021 - 02.18


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di Manuela Ballo

Amadeus: Nella lettera iniziale motiva lo stile di questa edizione del Festival costretto dalla pandemia a non avere pubblico e con gli applausi finti. Accompagna i vari ospiti con pacatezza e diventa di fatto una sorta di spalla di Fiorello. Bravo nel ricordare la drammatica vicenda di Patrick Zaki. Voto 6 e mezzo

Fiorello: Un’ entrata in scena con la trovata di una mantilla coloratissima e con la rievocazione della mitica Nilla Pizzi. Bravo, a volte fin troppo fino ad apparire invasivo. Adattissimo comunque a co-condurre un Festival che si è trasformato in tutto e per tutto in una trasmissione di varietà televisivo. Voto 6 e mezzo

Matilda De Angelis: La sua freschezza è stata molto apprezzata dai social, la giovane attrice ha saputo adattarsi al palcoscenico dell’Ariston con prontezza, introducendo con grazia temi non abituali. Notevole la sua spiegazione degli effetti psicofisici del bacio. Voto 7

Ibrahimovic: Freddo sul palco com’ è freddo quando rifila il pallone alle spalle dei portieri avversari. È ironico, ma il pubblico dei social non se ne accorge. È stata più rilevante la polemica sulla sua presenza che la stessa sua presenza sul palco. Voto 5 e mezzo

Diodato: Sanremo gli porta bene, e dopo la vittoria dell’ anno scorso vi è tornato da grande star, aprendo e chiudendo la serata. Uno dei cantanti più apprezzati della nuova generazione, che mantiene sempre un alto tasso di qualità nelle esibizioni. Voto 7

Loredana Bertè: Magica, folle, imprevedibile con una voce che rimane unica nel panorama della canzone italiana. Ci ha fatto ripercorrere con un medley tutti i passaggi più rilevanti della sua complessa vita d’ artista. Voto 8

Achille Lauro: Ogni sua esibizione è di fatto uno spettacolo, non a caso ricorda alcuni grandi della musica internazionale come David Bowie o di quella italiana come Renato Zero. Con “Solo noi” ci ha fatto vivere l’ emozione di una preghiera laica e di una sofferenza trasformata in lacrime vere di sangue che sgorgano dai suoi occhi. Voto 8

Arisa: “Potevi fare di più”. Si sente che il brano è stato scritto da Gigi D’ Alessio con il suo tipico crescendo neomelodico forse inadatto alla voce particolare della cantante. Qualche pecca nell’ esecuzione, dovuta probabilmente al tipo particolare di serata. Molta attenzione ha suscitato la mise. Voto 5 e mezzo

Colapesce e Dimartino: “Musica leggerissima”. Canzone orecchiabile, con un testo pieno di citazioni culturali e di affreschi locali. C’ era molta attesa per la loro esibiione, visti il loro successo, ma la stessa esibizione è stata al di sotto delle aspettative. Voto 

Aiello: “Ora”. Vorrebbe esprimere tanta rabbia, ma finisce per trasmettere solo una rumorosa confusione. Esibizione forzata. Voto 4 e mezzo

Fedez e Francesca Michielin: “Chiamami per nome”. Un’ esibizione segnata dalle lacrime finali del rapper. Un brano che avrà sicuramente un immediato riscontro nelle trasmissioni radiofoniche. Lei ha una voce gradevole e melodiosa, lui bassa e incisiva. Una coppia ben assortita. Voto 7

Max Gazzè: “Il farmacista”. Una ballata provocatoria, costruita come ormai consuetudine di questo personaggio sia sulla musica che sui richiami scenografici, tanto da presentarsi con una maglia col numero 11 e la scritta Leonardo da Vinci. Peccato che si sia sentita poco la sua bella voce, coperta dal gruppo musicale e dall’ orchestra. Voto 6

Noemi: “Glicine”. La solita bella voce per una canzone d’ amore, testo che evoca nostalgia e che proprio per questo potrebbe affascinare il pubblico Sanremese. Voto 7

Madame: “Voce”. La giovanissima cantante è già un idolo delle nuove generazioni. Peccato purtroppo che la sua bella voce sia stata troppo manipolata dalla tecnica ormai abituale dell’auto tune che tende a rendere quasi tutte le voci simili. Lei l’avrebbe in realtà molto particolare, ma non è emersa in questa serata Sanremese. Voto 6

Maneskin: “Zitti e buoni”. Un front man eccezionale, un rock intenso, un testo volontariamente provocatorio. Non si sono fatti impressionare dal palco dell’Ariston e hanno dato il meglio, pur allontanandosi dai ritmi delle loro abituali ballate. Rimangono nella testa brani del loro cantare: “Siamo fuori di testa, ma diversi da loro”. Voto 8

Ghemon: “Momento perfetto”. Una musichetta che oscilla tra lo swing e il rap. Ci si aspettava molto di più rispetto ad un’esibizione che è apparsa corretta, ma non bella. Voto 5

Coma Cose: “Fiamme negli occhi”. Coppia carina, duetto perfetto, voci che sanno dividersi e unirsi nel momento opportuno. Una bella coppia, anche nella vita, ma una canzone abbastanza monotona e piatta. Voto 5

Annalisa: “Dieci”. È una veterana di Sanremo e si sente subito. Bella presenza e più che altro bel ritornello, piacerà sicuramente ma a noi non è piaciuta un granché. Voto 6

Francesco Renga: “Quando trovo te”. Canzone d’ amore adatta a Sanremo, Renga poggia tutto sulla voce che ormai è parte della tradizione musicale italiana. Pecca nei toni bassi e anche il ritornello non decolla. Voto 5
 
Fasma: “Parlami”. È giovane e si sente nella freschezza di un’esibizione senza sbavature ne acuti. La canzone ha un suo perché e l’ascolteremo molto nei prossimi giorni in radio. Voto 6 e mezzo

Giudizio complessivo sulla prima serata: Vale il commento sulla serata che mi ha inviato la collega Vittoria Maggini, “Purtroppo ci hanno provato in tutti i modi (apprezzabile, infatti, lo sforzo dei conduttori). Il festival è ben lontano da come lo ricordavo e invece che alleggerirmi mi ha messo un po’ d’angoscia, mi ha ricordato l’ultimo anno passato: vedere l’orchestra con le mascherine e le poltrone vuote mi ha stretto il cuore. Anche le canzoni, sebbene avessero già preannunciato che avrebbero parlato d’ amore, le ho trovate abbastanza melense, non di certo un inno alla vita. 

Voto 6.

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