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La sfilata di Dior è un corto giocoso e sensuale di Garrone

La stilista Maria Grazia Chiuri, in luogo della sfilata, chiama ancora il regista di "Gomorra" a creare la "vision" della sua collezione primavera estate 2021 legata all'immaginifico mondo dei tarocchi

La sfilata di Dior è un corto giocoso e sensuale di Garrone
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26 Gennaio 2021 - 16.28


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Con il cortometraggio Le Château di Tarot, la designer del womenswear per Dior coutur, Maria Grazia Chiuri, e il regista di Gomorra, Matteo Garrone, ci confermano quanto moda e cinema siano in simbiosi. Niente sfilata in stile pandemico a Parigi ma uno short-movie, che sarà trasmesso in streaming sulla piattaforma della Camera della Moda francese e sul sito della maison. E’ dedicato alla collezione d’alta moda primavera-estate 2021 che fonde la fastosità della collezione per la quale la designer si è immersa nella passione per i tarocchi di Christian Dior e la raffinatezza di una narrazione freudiana di un’Alice nel paese delle meraviglie da parte di Garrone.

La musica di Andrea Farri scandisce questa fiaba nella location del moresco Castello di Sammezzano alle porte di Firenze. La protagonista è la musicista-attrice Agnese Claisse, figlia di Laura Morante, che si muove in un labirinto di corridoi e stanze senza tempo con un percorso intriso di esoterismo e di una sensualità pudica con ricerca di una fusione del doppio io interiore.

Lo short-movie di Matteo Garrone

Non è la prima volta che lavorano insieme. “Con Maria Grazia ci siamo di nuovo messi nei guai – dice a Antonella Amapane della Stampa, Garrone –  ma il risultato è molto soddisfacente.  E’ molto stimolante lavorare con lei. Non conoscevo il mondo dei tarocchi che mi ha subito conquistato. Alla fine mi spiace persino che non sia un vero film… La moda e il cinema sono due forme d’arte strettamente legate, si completano”.

Gli abiti ricamati, come quadri antichi, rappresentano una rivisitazione del mondo dei tarocchi attraverso il radicale ridisegno dell’artista Pietro Ruffo. Il frame medievale della couture, con ricami e miniature, non appesantisce il risultato della collezione, come è da sempre nello stile della stilista che, in alcune mise, sollecita il ricordo di alcuni costumi di Bridgerton, la serie in epoca Regency di Netflix, che agli abiti ha legato molto del suo successo.

Insomma una produzione stilistica con radici intimistiche attraverso le carte e gli Argani Maggiori. “Sì, non condivido l’eccessivo bisogno di globalizzazione- sottolinea Chiuri alla Stampa – penso che adesso sia il momento di raccontare cose personali. C’è l’imperatrice che rappresenta la forza, quindi il matto, l’appeso…E poi la morte, la mia preferita, perché in realtà significa rinascita. Non li ho riprodotti in maniera didascalica. Ad esempio per il diavolo, che secondo me impersona la tentazione, ho creato un vestito di laminette tinta nudo, plissettato e drappeggiato, altamente seduttivo.”

A cura di M. Cec.

 

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