Liliana Cavani racconta il suo nuovo film sul tempo | Culture
Top

Liliana Cavani racconta il suo nuovo film sul tempo

La regista torna al cinema con un film ispirato al libro del fisico Carlo Rovelli “L’ordine del tempo”. "A me piace andare in sala, non vedo l'ora che riaprano"

Liliana Cavani racconta il suo nuovo film sul tempo
Preroll

redazione Modifica articolo

3 Dicembre 2020 - 14.25


ATF

È stata definita “l’allieva di Rossellini”, una delle prime registe in Italia ad avere ampio seguito tra il grande pubblico, soprattutto grazie al ruolo fondamentale che ha rivestito nella tv di Bernabei degli anni ’60. Liliana Cavani, classe 1933, una donna visionaria che si è sempre posta l’obiettivo di rappresentare lucidamente la realtà attraverso i suoi film, annuncia il suo ritorno al cinema dopo diversi anni con un nuovo progetto. Al momento la sceneggiatura è pronta e spera di cominciare le riprese in primavera, Covid permettendo.

Il film “è una riflessione sul tempo, un concetto difficile da definire, che appartiene al vissuto di tutti noi e che però ha leggi fisiche, matematiche”, dice all’Ansa.

La regista de “La pelle” racconta che l’idea del tempo come tema centrale è nata dopo aver incontrato Carlo Rovelli. Rimasta affascinata dai testi del fisico, in particolare da “L’ordine del tempo”, dopo lunghi dialoghi i due hanno firmato una sceneggiatura a quattro mani. Poca chiarezza ancora sulla casa produttrice, che ancora non sappiamo se sia la Colorado Film o la Indiana Production.

Proprio recentemente Rai Cultura, con la collaborazione di Rai Teche, ha dedicato un omaggio al lavoro della cineasta, dal nome “La Tv di Liliana Cavani. Un romanzo di formazione”, un ciclo di dieci puntate in cui vengono riproposte le sue pellicole più celebri, conclusosi appena ieri, mercoledì 2 dicembre con “Francesco” (1966).

La Cavani ricorda come, da documentario per celebrare il santo patrono, sia nato un film vero e proprio, il primo prodotto dalla Rai e che andò a Venezia dove riscontrò critiche positive. Seguirono altri documentari di successo, che le permisero di avere le porte del mondo televisivo spalancate. La regista tuttavia rifiutò, avendo come ambizione primaria quella di lavorare nel cinema, cui ha dedicato la sua vita.

Alla domanda “in che rapporti è con la televisione?” risponde “non sto attaccata allo schermo per quanto si trovi ormai di tutto, anche il buon cinema, ma a me piace andare in sala, sono una spettatrice appassionata e non vedo l’ora che le sale riaprano per tornarci”.

Native

Articoli correlati