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"George Orwell era un padre amorevole". In prima tv un documentario sullo scrittore

Co-prodotto dalla Effe Tv e 3D produzioni andrà in onda il 28 Novembre su Sky. Scritto e co-diretto da Anna Mingotto per il settantesimo anniversario della scomparsa dell'autore di '1984'

"George Orwell era un padre amorevole". In prima tv un documentario sullo scrittore
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27 Novembre 2020 - 20.17


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Domani sera, sabato 28 novembre alle 21,10 in prima tv andrà il documentario dedicato a George Orwell. È una co-produzione Effe Tv con 3D Produzioni e sarà laF (Sky 135, on Demand su Sky e su Sky Go) a mandare in onda Orwell 2.0 – Il lato oscuro del progresso, scritto da Anna Migotto che nella regia affianca Sabina Bologna.
Quasi cento anni fa, Orwell, ha raccontato con dovizia di particolari temi come la privacy e la comunicazione di massa, che poi con lo sviluppo tecnologico si sono evoluti negli anni, facendo apparire l’allora visionario un preveggente. Infatti il termine «orwelliano» viene usato sempre più spesso per descrivere la quotidianità che viviamo in questa epoca delle fake news e della post-verità in cui istituzioni, giornalisti, storici, scienziati, editori, giganti della tecnologia e community discutono su cosa significhi “verità”.
Tutto ciò lo troveremo nel documentario, Orwell 2.0 – Il lato oscuro del progresso, che, in occasione dei 70 anni dalla scomparsa dell’autore di 1984 e La fattoria degli animali ne ripercorre la vita e la carriera. Inoltre, il documentario cerca anche di scavare nella sua personalità per individuare il germe che ha dato vita a quella sua capacità di interrogarsi su temi ancora attualissimi  e sulle predizioni che si sono concretizzate nelle televisioni di oggi con il primo Grande Fratello e che poi si sono estese a eventi di natura storica: lo scandalo Edward Snowden talpa del Datagate che ha rivelato i segreti della Agenzia Nazionale della Sicurezza Americana nel 2013 e anche lo scoppio della pandemia.
Grazie all’attrice Elena Russo Arman, che interpreta la prima moglie di Orwell Eileen O’Shaughnessy, e alla testimonianza del loro figlio adottivo Richard Horatio Blair, il documentario oltre a ricostruire la vita dello scrittore rimette in ordine temi e discussioni che ne scaturiscono: “Era un padre molto umano, era felice di farmi il bagno, cambiarmi, darmi da mangiare. La gente pensava fosse austero e poco divertente, in realtà era il contrario: mio padre era un uomo estremamente complesso, e molto amorevole. Io, il figlio ordinario di un uomo straordinario, in termini di intelletto, di enorme potere di osservazione, di chiarezza di pensiero” – descrive Richard Horatio Blair, che aggiunge – “Aveva la capacità di discutere, non accettava ciò che leggeva o vedeva senza fare domande. Voleva capire le ragioni per cui le cose accadevano“.
Numerosi i contributi di politologi, critici letterari, scrittori, filosofi, funzionari di intelligence ed esperti di privacy e cyber-sicurezza come Antonio Scurati, Tommaso Pincio, Filippo La Porta, Bernardo Valli, Michael Attenborough, il suo biografo David John Taylor, Carola Frediani, Walter Quattrociocchi, Danilo Benedetti e i suoi traduttori italiani, Stefano Manferlotti e Nicola Gardini.
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